Ecco come tassano i Bot
I sindacati hanno annunciato quattro ore di sciopero contro la legge di stabilità. A ben vedere, però, a scioperare dovrebbero essere i risparmiatori.
Nelle pieghe del testo è spuntata infatti una tassa sui risparmi degli italiani che ieri sera il premier ha rivendicato da Lilli Gruber a la7. In una prima versione avrebbe dovuto portare nelle casse dello Stato 900 milioni di euro. Nelle ultime ore la previsione è scesa a 530. Vedremo quale sarà il risultato finale. Il meccanismo è micidiale e comporterà un inasprimento del bollo (questo l’escamotage tributario) anche sui titoli di Stato. Vediamo come.
Bot, Btp e Cct non esistono più materialmente, sono delle semplici scritture contabili che vengono registrate in un cosiddetto deposito titoli gestito dalle banche. Sempre nel medesimo contenitore finiscono azioni e altri strumenti finanziari. Il governo Monti fece la bella pensata, due anni fa, di mettere un bollo su questo deposito. Un modo semplice e poco trasparente per fare cassa. Inizialmente la gabella valeva l’1 per mille del valore totale del deposito, quest’anno è passata all’1,5 per mille. Ebbene, nella legge di stabilità del governo Letta, sempre che non venga cambiata dal Parlamento, si aumenta il bollo al 2 per mille. In Italia ci sono circa 20 milioni di depositi titoli. La gran parte contengono solo obbligazioni di Stato: d’altronde è normale in un Paese come il nostro, che ha un mercato azionario mignon e un debito pubblico monstre.
Per farla più semplice. Chiunque abbia in portafoglio 100mila euro di Bot, si porta a casa in un anno un rendimento di circa mille euro (valori dell’ultima asta). Sugli stessi paga 125 euro di ritenute, più 200 euro di bollo. Il che vuol dire che il rendimento netto su un bel gruzzoletto di 100mila euro scende a 675 euro. Insomma, un risparmiatore paga più di bollo che di ritenute sugli interessi maturati in un anno.
Casa e risparmio sono le due riserve di valore dell’italiano medio: entrambi colpiti da questa manovra. Ma mentre sulla casa occorre compilare un bollettino e il sangue ribolle, sui conti di deposito le banche sono costrette a fare il mestiere dei sostituti di imposta e prelevano in automatico per conto delle Finanze. E non tutti se ne accorgono.