I Benetton e i muri cinesi di JPMorgan
Leggete questa storia e ditemi se ci sentite puzza di bruciato. Riguarda Autogrill, la famiglia Benetton che ne detiene la maggioranza delle azioni e la grande e nobile casa di investimento americana JpMorgan.
Autogrill, per farla breve, è uno dei nostri pochi successi mondiali. È guidata da un giovane amministratore a cui affidereste le chiavi della vostra casa, fuori dagli schemi dei «manager star», e sempre sul pezzo. Nonostante i luoghi comuni, l’azienda deve all’Italia solo un quinto dei suoi utili lordi, il resto arriva dal resto del mondo. I Benetton all’inizio di ottobre hanno staccato da Autogrill il ramo d’azienda che si occupa dei Duty free. Un modo per mettere ordine industriale e far emergere valore. Il primo ottobre sono dunque comparsi sul listino di piazza Affari due titoli. Autogrill (lo stesso nome del titolo di sempre, ma depurato dalla sua componente duty free) a 6,26 euro e una matricola World duty free dal valore di 7,90 euro. La somma dei due titoli fa 14,16 euro. Chi avesse avuto il 30 settembre un titolo Autogrill, il 1 ottobre si sarebbe trovato con due azioni in mano. E avrebbe messo a segno un bel rialzo: il titolo Autogrill valeva 12,99 euro e il giorno dopo la somma delle due azioni 14,16, con un guadagno implicito di quasi l’8 per cento. Fino a qua la cronaca della scissione. La famiglia Benetton si è così trovata in mano due aziende con una quota di controllo del 59 per cento.
Non ha mai nascosto la sua volontà di fare qualche operazione straordinaria sulle sue preziose reginette.
E qui entra in gioco JpMorgan. Appena costretta a pagare 13 miliardi di dollari per aver venduto, anche ad agenzie pubbliche, prodotti finanziari marci (relativi a mutui immobiliari). Ebbene la casa d’affari segue il titolo Autogrill e lunedì scorso esce con un report (una ricerca, uno studio, chiamatelo come vi pare) decisamente lusinghiero. Compratelo, dice, e aumenta il prezzo obiettivo da 6 a 8,5 euro. Tutto regolare. Lo studio è complesso si tratta di 27 pagine. E si capisce come gli analisti della prestigiosa casa abbiano adottato un nuovo metodo di valutazione dell’azienda (ora usano, se abbiamo letto bene, lo sconto dei flussi di cassa, pochi mesi prima avevano utilizzato la cosiddetta somma delle parti) più che aver rivisto stime di crescita e di margini. Vabbè sono fatti loro e di chi li legge. Compreso quello svarione nella copertina della ricerca. Nella prima pagina infatti si legge il nuovo giudizio lusinghiero sul titolo, e il nuovo prezzo obiettivo. E le firme degli analisti con relativi indirizzi. A ciò si aggiunge la performance borsistica del titolo di cui si parla.
E qui facciamo un balzo sulla sedia. JP Morgan scrive che Autogrill nell’ultimo mese ha perso il 47 per cento, negli ultimi tre il 43 per cento e dall’inizio del 2013 circa il 30 per cento. Frottole. Grafico e tabella non considerano che da inizio ottobre la nuova Autogrill non ha più i duty free in pancia. E che dunque non si possono paragonare i prezzi di oggi con quelli di un mese fa, senza fare le opportune rettifiche. Una roba da principianti. Ma forse principianti siamo noi che non abbiamo capito la copertina del report. Ciò che a prima vista emerge è che quel titolo ha perso molto del suo valore nei mesi precedenti e oggi JP Morgan lo trova invece da comprare.
Lunedì mattina il titolo Autogrill grazie, secondo gli operatori di Borsa, all’upgrade degli americani sale da 6,9 a 7,2 euro, facendo un gran balzo. Il giorno dopo arriva a 7,28 e infine mercoledì 23 ottobre si assesta a quota 7,1 euro. Il peso del report si fa sentire. Proprio mercoledì sera a sorpresa la famiglia Benetton annuncia la vendita istantanea del 9% di Autogrill. Il giorno dopo, giovedì, ovviamente il titolo crolla in Borsa. E allora che problema c’è? Nessuno. Ma ci sorge un dubbio. Chi ha organizzato la vendita accellerata di titoli Autogrill sul mercato? Jp Morgan, of course.
Non vogliamo essere sospettosi, ma un po’ maliziosa la zuppa può essere. Ricapitoliamo. Jp Morgan improvvisamente alza le sue stime sul titolo Autogrill. L’azione di conseguenza va alla grande in Borsa. I Benetton all’improvviso vendono una bel pacchetto di loro azioni. Qualcuno può unire i puntini e vedere se spunta un disegno. Noi ci limitiamo a disegnare i puntini nero su bianco. E a ricordare come i Benetton (da Autostrade a fusione Gemina) siano piuttosto svelti in Borsa. E riguardo Jp Morgan? Certo ci sono i chinese wall (per cui un dipartimento non sa cosa faccia il suo vicino). Ma la sua reputazione non si può certo definire cristallina.