Si fa presto a dire carretto di gelati
Ho ricevuto questa mattina da Paolo questa mail: é stupenda.
Riguarda il carretto dei gelati di Renzi e il perché l’italia é destinata ad un continuo declino, se continuiamo così.
Leggete. E un grazie a Paolo.
Eh, si fa presto a dire “carretto dei gelati”. Ma siamo in Italia, a Roma, e Renzi è il capo del governo di un paese che richiede a quel carretto giusto qualche strumentazione obbligatoria, qualche piccolo e banale adempimento burocratico. Visto che con quel carretto sicuramente viene esercitato un commercio in forma itinerante di prodotti alimentari, e visto che non ha venduto a Renzi solo il gelato, ma ha anche gestito il servizio di somministrazione (è stato uno del personale della gelateria, con tanto di cappellino con logo, a preparare il cono), ecco una lista, minimale, di adempimenti richiesti.
misuratore fiscale, il cosiddetto registratore di cassa (Legge 18/1983)
dispositivo POS per le transazioni con bancomat (art. 15, comma 4, DL 179/2012)
registro corrispettivi (art. 24 DPR 633/72)
registro sostitutivo, in caso di guasto al misuratore fiscale (art. 11 DM 23/03/1983)
libretto fiscale misuratore fiscale (art. 2, comma 2, DM 23/03/1983)
autorizzazione amministrativa per la vendita e somministrazione di prodotti artigianali (artt. 39 e 43 LR Lazio 33/1999)
libro unico del lavoro (art. 39 e 40 DL 112/08)
listino prezzi (art. 180 RD 635/1940)
elenco ingredienti degli alimenti venduti (art. 16, commi 3, 4 e 5, del DLgs 109/1992)
termometro per la verifica della temperatura di conservazione degli alimenti, acqua corrente, materiale di pulizia e scarico acque grigie, e la documentazione del piano HACCP per la sicurezza alimentare (DGR Lazio 282/2002)
attestato del superamento del corso di formazione sanitaria per gli addetti alla manipolazione delle sostanze alimentari (DGR Lazio 282/2002)
documento di valutazione dei rischi per la sicurezza in azienda (DLgs 81/2008)
documentazione relativa al possesso dei requisiti professionali per gli addetti al settore alimentare (art. 71, comma 6, DLgs 59/2010)
imposta comunale pubblicità: il carretto ha il logo dell’azienda sulle pareti, anche se sono state coperte durante la sosta a Palazzo Chigi (DLgs 507/1993)
canone occupazione aree pubbliche (DLgs 446/1997)
canone RAI speciale, se il monitor che è presente sul carretto è anche solo potenzialmente in grado di ricevere trasmissioni radiotelevisive (art 2 DLgs Lt 458/1944)
campanello sul manubrio, luci e catadiottri rossi; queste ultimi dispositivi solo se il carretto circola o sosta fuori dal centro urbano, o nelle ore notturne, in luoghi pubblici (art. 68 DLgs 286/1992)
giubba bianca chiusa, o grembiule bianco, che devono essere indossati dall’addetto alla somministrazione (art. 157 Regolamento Igiene del Comune di Roma)
Tutto questo per il solo carretto dei gelati; e probabilmente mi sono dimenticato qualcosa. Poi c’è tutto quello che serve per il laboratorio di produzione, e per il punto vendita fisso: come minimo due o tre volte il numero di adempimenti elencato; e oltretutto con una miriade di uffici con cui confrontarsi, dall’Agenzia delle Entrate alla ASL, dall’INPS all’Ispettorato del Lavoro alla Regione, dal Dipartimento Risorse economiche al Dipartimento Attività produttive del Comune. Dopo qualcuno si chiede se 1000 euro sono un prezzo giusto per quei gelati (ma detratte iva e imposte sul reddito, restano probabilmente meno di 450 euro, con i quali pagare tutto il resto, dal latte per il gelato alle marche da bollo sul giornale contabile). Dopo qualcuno si chiede
perchè l’Italia da decenni non cresce. Però quella importante gelateria, l’altr’anno, vendeva il proprio prodotto a 24 euro al kg: forse 1000 euro sono un po’ tanti, per un po’ di coni con due gusti offerti ai giornalisti che hanno piantato le tende a Palazzo Chigi… o i tuoi colleghi sono davvero così affamati?