Questa roba della trasformazione delle Banche popolari in società per azioni sta continuando a creare un grande scompiglio. Il segretario della Cgil Camusso, dimenticandosi i tanti interessi suoi, sabato ha pensato bene (senza fare nomi, ma lo capisce anche un bambino) di accusare l’amichetto di Renzi di aver fatto il furbetto. Da quando il governo con un decreto urgente ha deciso di trasformare le pop in spa, queste hanno fatto faville in Borsa. Vi forniamo qualche spunto.
1. Come si dice nei giornali finanziari, la Consob ha acceso un faro sulla vicenda. Il che vuol dire che nei prossimi mesi vedremo se qualcuno ha speculato a ridosso del decreto. Vi diciamo subito che ciò non è avvenuto. Poca roba, insomma. Se c’è stato qualche insider trading, si tratta di robetta fatta da conoscenti o amanti di chi quel decreto lo conosceva in anticipo. Più un argent de poche che un grande scandalo. Più diffcile capire se sono state costruite posizioni sofisticate e lunghe sugli otto titoli interessati. Si vedrà.
2. Caso Davide Serra. Il giovanotto amico di Renzi, iscritto al pd di Londra, sano teorizzatore dello strapotere dei sindacati e simpatico come un calcio nei glutei avrebbe posizioni importanti su un certo numero di popolari ed una in particolare. Da qui i pettegolezzi delle ultime ore. Il problema, per la tesi accusatoria, è che questi trade sarebbero stati fatti in tempi non sospetti e dunque mesi e mesi fa, quando della riforma si sapeva nulla. Certo la trasparenza del business caimano del fenomeno di Algebris è tale che neanche l’ispettore Colombo potrà mai trovare una prova.
3. L’universo mondo dei finanzieri negli ultimi venti anni ci ha provato con le Popolari. Insomma ci ha messo su un bel po’ di quattrini, in genere perdendoli. Tutti a scommettere che l’assurdita di una testa pari ad un voto per una societa quotata prima o poi si sarebbe risolta. Niente da fare. Ecco dunque quale potrebbe essere l’accusa piu sofisticata per Serra e amici. Non tanto quella di avere fatto un insider trading, quanto quella di essere in conflitto di interessi. Ci spieghiamo meglio. Serra e l’uomo della city che consiglia renzi sulle cose da fare in finanza,(sua l’idea di aumentare le tasse sulle rendite finanziarie) e sua potrebbe essere stata l’insistenza a chiudere il vulnus delle popolari. Ebbene conviene che il consigliere del principe non abbia posizioni ,anche relativamente vecchie, su argomenti che lo riguardano. Venti anni di antibelusconismo in fondo anche questo ci hanno propinato. O no_
4. Siamo sicuri che la rivoluzione ci sarà? Con una battuta potremmo dire che la riforma per decreto e con massima urgenza (dopo venti anni di bagnomaria) è proprio una di quelle mosse che un presidente moroteo alla Mattaerella non dovrebbe firmare se riuspettasse il suo conservatorismo da prima repubblica.

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