Ayn Rand e il pensiero unico
La pensano tutti allo stesso modo. Non è il pensiero unico, è il pensiero comodo. Ci sono dei ritagli della nostra quotidianità e della nostra banale cronaca in cui in effetti tutti la pensano allo stesso modo. E c’è da aggiungere: Tanto più quei tutti sono i pochi che contano, tanto più è frequente che quei tutti la pensino allo stesso modo. Non ci avete capito nulla. E adesso ve la rendiamo più semplice. Tutti i nostri commentatori sono stati pazzi di gioia per l’elezione di Mattarella a presidente della repubblica: la sua panda grigia si muove da sola perché non si vuole scrivere che è diretta da un autista. La sua residenza è sobria e piccola, perché non si vuole dire che è a nostro spese. Il suo volto (quello del presidente) è da Vicerè, il colore dei suoi occhi “è il celeste degli occhi controllati e controllori, che può essere raccontato come un blu stinto, un blu indebolito, il gozzaniano azzurro di stoviglia”. In un orgia simile di complimenti ci raccontarono anche Mario Monti, che proprio questa settimana ha perso tutti i suoi pezzi: finalmente il suo partito è divento il partito di Monti, nel senso che vi parte solo lui.
Ecco. Nella nostra letteratura di serie B (nonostante Merlo, quello degli occhi alla Gozzano si sia fatto un pensierino diverso) funziona un meccanismo di totale accondiscendenza al pensiero comodo, che poi è il pensiero unico. È comodo pensare che Mattarella sia sobrio, è comodo pensare che i Riva si meritino l’esproprio dell’Ilva, è comodo pensare che solo a causa dell’evasione i nostri conti pubblici vadano male. E potremmo continuare all’infinito. Ayn Rand, sì andiamo a scomodare proprio la vecchia signora di Fountainhead, ci ha raccontato con i suoi eroi, che la libertà e la sua conquista non è comoda. È una battaglia continua contro l’onda del conformismo. Howard Roark è il giovane architetto della Fonte Meravigliosa (Fountainhead forse si sarebbe potuta tradurre meglio) che si batte come un pazzo per il suo gusto estetico. È forte e anche violento. È solo, ma straordinariamente nel giusto. Sono suoi i più bei palazzi di New York, ma non li può firmare. La sigla deve essere quella del conformismo, della cuccetta calda dei canoni tradizionali dell’architettura. Roark viene cacciato dalla scuola di architettura perché disegna e progetta ciò che il pensiero unico non può tollerare. Gli eroi liberali e libertari di Ayn Rand sono spesso stati descritti per la potenza del loro egoismo (che per la scrittrice americana, sulla scia del liberali classici alla Smith, non è un vizio, ma una virtù dell’individuo), ma non basta. Roark (e il discorso varrebbe anche per Johan Galt di Atlas Shrugged) è la discontinuità della matrice, è la pillola blu di Matrix. È anche fantozzi quando dice che il polpettone è un cagata pazzesca.