L’Ambiente sempre contro le imprese\3
Quando si vede come funziona lo Stato e soprattutto come ci tratta, viene da chiedersi come sia possibile che ancora si produca Pil in Italia. Vi facciamo qualche esempio molto, ma molto concreto.
Ecco la terza ed ultima puntata della nostra miniserie degli orrori
Il ministero dell’ambiente non sbaglia un colpo per dare un colpo alle nostre imprese e continua nella sua opera di bonifica imprenditoriale. L’obiettivo é ottenere un paese non piú inquinato da imprenditori e artigiani. Quanta speranza che questo ministro potesse opporsi: evidentemente contro la struttura e l’ideologia non ce la fa neanche mandrake. La storia é la solita: abbiamo recepito un regolamento europeo di dieci anni fa e lo abbiamo reso più duro. Parliamo ora dei cosiddetti gas serra che verrebbero dispersi dalle pompe di calore presenti nelle case di tutti gli italiani (dai frigoriferi ai condizionatori anche per auto). La confartigianato parla di “mostro burocratico inutilmente costoso per i nostri 150mila istallatori”. Ve la facciamo breve. Questi pericolosi inquinatori per poter lavorare devono iscriversi all’apposito registro nazionale dei gas fluorurarti. Poi devono ottenere un certificato che li abiliti. Per ottenerlo si deve peró partecipare ad un incredibile Piano di qualitá (unicun in Europa). Quest’ultimo bisogna per di più rinnovarlo ogni anno. Ma non é finita. Gli istallatori devono presentare ogni anno a sua maestà il ministero dell’ambiente una dichiarazione con informazioni sulle emissioni in atmosfera dei gas dell’anno precedente. E infine, aggiungiamo noi, gli istallatori devono essere biondi, scendere dal letto con il piede sinistro, e fumare Ms. La morale è che i circa tremila euro per le abilitazioni e i 500 annuali secondo voi chi li pagherà? Gli utenti finali. Insomma una tassa sulla pompa di calore.