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C’è una foto che racconta meglio di tante storie cosa sia una certa sinistra in Italia.
Ieri a Milano una trentina di genitori si sono dati da fare per ripulire i muri dalle scritte dei vandali delle scuole medie ed elementari. Cosa buona e giusta. Rulli e pennelli, tutti a ripulire i muri riempiti dalle scritte dei vandali. Ma un’auto in divieto di sosta ostacolava il lavoro dei volontari. Ecco (…)(…) che arriva l’intervento dell’assessore all’Arredo urbano del Comune di Milano, Carmela Rozza, che con un rullo imbevuto di vernice si mette ad imbrattare la macchina: una bella striscia bianca sulla portiera. «Voleva essere un segnale, la multa non era sufficiente» spiega Rozza che aggiunge: «Almeno così avrà un segno della sua maleducazione».Qui la questione non è, caro assessore, la maleducazione. Se non la sua. Un’auto in divieto di sosta si merita una multa. E se questa non fosse sufficiente, come dice lei, si adoperi per inasprire le sanzioni, visto che ha un importante ruolo politico. Qualche centinaia di anni di diritto, ci hanno insegnato che le sanzioni non sono arbitrio dei magistrati o peggio ancora dei politici. Lei si è comportata, si parva licet, come Re Sole. La sanzione è arbitrariamente decisa da lei: una bella strisciata sul fianco della macchina. Ma perché non dare una bottarella allo specchietto? Il costo di ripristino è, più o meno, della multa che si sarebbe meritato il trasgressore? Ci possiamo fidare di un assessore che invece di utilizzare i codici, asseconda le proprie pulsioni? I suoi vicini, nella foto, sorridevano, erano soddisfatti del suo gesto da dura e pura.

Ma cosa direbbero, i medesimi sorridenti, se un politico qualsiasi che beccasse loro in qualche infrazione amministrativa, facesse giustizia a piacimento? Nessuno di loro ha mai buttato una cicca per terra? Nessuno di loro ha usato la bicicletta contromano? Nessuno dei loro adorabili cagnetti ha sporcato dove non si poteva o magari nessuno di loro ha ripulito? Immaginatevi se ogni bisognino incrociato sui nostri marciapiedi venisse catapultato da agguerriti assessori alla Rozza in faccia al delinquenziale padroncino. Anche se il paragone non regge. Quello che ha fatto l’assessore, oltre ad essere un brutto simbolo, rappresenta anche un danno economico per chi l’ha subito. E dunque è ben peggio che infangare un volto.Proviamo però a ribaltare la prospettiva. E togliamo di mezzo l’assessore Rozza. Quando (è successo a chi scrive) lo stato viscido della verniciatura delle strisce pedonali fa cadere chi le affronta in motorino, quando le buche o le rotaie, provocano danni gravissimi, i singoli cittadini colpiti possono andare con i forconi sotto al Comune a cercare i responsabili? No, tanto per saperlo. Non credo che il livello di esasperazione di un assessore che a beneficio dei fotografi non riesce a ripulire un muro per l’ostruzione di un’auto in sosta, sia minimamente paragonabile al livello di insoddisfazione nei confronti dei servizi pubblici delle nostre amministrazioni. Temo che la china presa dall’assessore sia molto pericolosa. Se lei per prima si fa giustizia da sé, come frenare i forconi che sono lì sempre riposti (grazie al cielo, ma non alla Rozza) nella stalla?

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