Domenica 21 luglio 2013 – San Lorenzo da Brindisi – Tonnara di Palmi

Caimano. Nano. Orango. Pitonessa. Banana. Squalo. Gobbo. Cinghialone. Er pecora. Gargamella. Rigor Montis. E, poi, quelli ancora più cattivi e volgari. I soprannomi. Gli insulti. Le offese alla persona. Certi giornali e  programmi tv sono stracolmi di sconci riferimenti alle vite personali e ai problemi fisici di chiunque diventi più noto del vicino di casa. I social, poi, sono una fucina di porcherie. Ogni alfabetizzato che si riesca a collegare, anche dopo una grondante sudata, al web, si sente autorizzato ad offendere chicchessia. E sì, che, paradossalmente, per farlo, spesso, deve “chiedere l’amicizia”. Una vera porcata. Ancora più immonda se si pensa che il 98% degli infami calunniatori  è anche battezzato e professa un Credo religioso, spesso fondato sull’Ammòre Universale. Estikàzzi!,  direbbero in via dei Fori. Una grandinata generale, dalle Alpi a Lampedusa, di palle di vetriolo, che corrode l’anima degli italiani. Soprattutto, di coloro che non passano la giornata a coniare nuove offese per parenti, amici, solidali, nemici e sconosciuti. Io, detto fra me e me, ne ho pieni i maroni di sentire offendere la gente. Mi piacerebbe che ci si confrontasse in maniera civile. Al “mi ricorda un orango” di Calderoli, è seguita una gragnola di offese pronunciate nei suoi confronti anche dai più sobri, che mi ha veramente scioccato. Sarebbe bastato un commento del tipo “Calderoli sbaglia ad offendere”. Invece, giù a cercare, nel culo della fantasia, le immondizie peggiori. Suppongo che queste siano prove generali in attesa di poter insultare anche la propria madre. No, così non va! Ci dobbiamo proprio dare una calmata. Dal Mondo ci guardano con aria schifata. Poi, giudicano. E ci incazziamo. Culona non va bene e psiconano sì? Ri- Stikatsi! Non va bene, no! E non è offendendo che ci facciamo strada nel cuore degli Altri. Perché, a ruota, verrà il giorno in cui l’offesa arriverà anche a noi. O a uno dei nostri. E lì, ci faremo bruciare il culo. Per questo non va bene! Dunque, finiamola. Diamo un taglio a questa cafonata tutta italiana. O, meglio, tutta figlia dell’Italia di oggi. Quella che non sta piacendo a nessuno di noi. In cui ci sentiamo tutti a disagio. Riprendiamoci l’Italia della ricostruzione postbellica. Quella approntata per noi dai nostri Eleganti Genitori. Che sapevano rispettare anche il nemico. Che sapevano scandalizzarsi. Che ci davano gli scappellotti quando dicevamo scemo! o, anche, cretino! Perché erano “parolacce”. O, meglio, offese.

 

… Fra me e me…

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