Non mi è mai stato facile usare la tecnologia per scrivere.
Mi considero figlio della carta e della matita.

Amo sentire il profumo del mio taccuino coi suoi fogli di carta di Amalfi. Sento l’odore delle parole appena scritte con la punta del lapis.
Ecco perché sono cosciente di essere, ormai, una vecchia checca: perché vivo di cose da toccare, mentre il resto dell’occidente diventa sempre più virtuale.

Ma, poi, penso: le cose della vita non sono mica tanto virtuali… e , dunque, riporto sul web quella sensazione di parola e pensiero “tangibili”, appena li ho appoggiati sulla carta.
E’ come munirli di un biglietto A/R per il resto del mondo.

… e non mi sento solo…