Domenica 11 agosto 2013 – Santa Chiara – Taurianova

Nel giorno in cui PirandelloDrag vede la luce nel cuore della Piana di Gioia Tauro, arriva la lacerante notizia del ragazzo di quattordici anni che si è suicidato a Roma. “Tutti mi prendono in giro, nessuno mi capisce” e giù nel vuoto per venti metri. Lo ha ritrovato, morto, un suo coetaneo. Ecco il frutto marcio della cultura omofobica. Ecco come si muore per colpa di qualche pezzo di merda che ancora oggi sparge veleno su chi è di verso da lui. Ecco come una vita si spezza lungo il cammino, perché uno sfigato frustrato, e forse più di uno, per darsi un tono, l’hanno aggredita e derisa. Una vita umana che sarebbe diventata, sicuramente, migliore di ognuno di loro. L’omofobia non è fatta solo di pugni o schiaffi o coltellate. La peggiore è appoggiata sulle parole che escono stupide dalla bocca di pochi bastardi da incarcerare. Cosa ne sanno, i cretini, di quanto coraggio è quanta forza sia necessaria ancora per vivere da sensibili in un mondo di disattenti? Cosa ne potranno mai sapere, dei lestofanti del sentimento, di quanta tenerezza vi possa essere in un amore diverso dai tanti? E cosa ne sanno, ora, quei luridi che lo prendevano in giro, di quante lacrime si verseranno in quella casa sconsolata? E chi ridarà la vita al piccolo morto? Le nostre manifestazioni? La nostra rabbia? Le battaglie future? Le preghiere dei fedeli? Io auguro ad ogni omofobo di generare solo figli omosessuali. E che ognuno di quei figli possa cancellare il ricordo della radice dalla quale proviene.
Parlerò domani di PirandelloDrag, primo cortometraggio contro l’omofobia girato in Calabria.
Fra me e la morte per omofobia…

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