Cara Italia, cara mi costi! Il turista scappa per salvare la borsa.
Mercoledì 21 agosto 2013 – Sant’Euprepio di Verona – Trepitò
No, così non può andare! Così scappano, o, peggio, arrivano coi termos. Se li castighiamo, ci snobbano. Vanno a passare le vacanze nel resto del mondo. In Grecia, in Spagna, in Croazia, in Tunisia, a Malta, Cipro, Creta, se vogliono restare nel Mediterraneo. Oppure ai Caraibi, a Caboverde, in Brasile, alle Canarie, Azzorre, Zanzibar, se si vogliono bagnare le dita dei piedi nelle acque dell’Oceano. O sui monti alti alti del Nepal, nei boschi del Canada, nella jungla del Borneo e nelle foreste del Rwanda. Ovunque, ma lontano dai registratori di cassa italiani.
Quelli collegati alla testa matta di certi imprenditori miopissimi. Già, perché, a spellarli ora e qui, i turisti, si ottiene che le povere vittime scappino a gambe levate. Prendiamo, intanto, coscienza che il turista medio non sia il milionario in euro o dollari. Si tratta dell’impiegato medio di ogni Paese del mondo che gode di due settimane di ferie estive e due invernali all’anno. E che, in quei quindici giorni, cerca di fare di necessità virtù. Risparmia per undici lunghissimi mesi e manda i figli a lavorare al Mac per aggiungere soldini al porcellino salvadanaio. Poi, computer alla mano, prenota a rischiotruffa e parte. Quando arriva nelle nostre città, ci ama. Ama l’Italia che lo ammalia e lo cattura. Poi, però, gli scappa la pipì e gli neghiamo l’uso del cesso con il solito antipaticissimo finto “FUORI SERVIZIO”; lo stuzzica l’idea di un gelato e gli schiaffiamo in mano, a 4 – 5 euro, una coppetta nana col finto fondo; gli viene sete e – Dio scampi! – gli vendiamo l’acqua al prezzo del platino lavorato; siede a tavola e gli entriamo in tasca con il tubo spietato dell’aspiradenari. Siamo un popolo di veri cretini! Così non va!
Gli diventiamo antipaticissimi al secondo giorno. Non lo tuteliamo in nulla. Neanche nella sicurezza. Dimentichiamo, forse, quelle bande di zingare armate di cartoni in mano, che tutti quanti sappiamo a cosa servono? E i borseggiatori sugli autobus? E i finti parcheggiatori? I notturni venditori tamil di bibite alcoliche, incuranti dei divieti? E gli aggressori dalla mutanda allentata? Troppi handicap per una – due settimane di relax. Io sbroccherei, come si dice a Roma! Mi partirebbe l’embolo! Proprio negli unici giorni all’anno in cui vorrei staccare la spina e non pensare, dovrei stare a chiappe strette? No, no! Risolvetemi il problema, cari italiani. Abbassate tutte le vostre assurde pretese. Fatemi pagare una birra un euro, quanto la pago sull’Isola di Sal, a Caboverde. Servitemi l’aragosta che vi ordino e battete sullo scontrino i 20 euro che pago a Boavista. Fatemi godere della bontà del vostro caffè a 75 centesimi, prezzo medio a Zanzibar. Così mi invitate a tornare. E a parlare bene degli italiani.Perché dell’Italia non potrei non farlo. L’Italia è un Paese magnifico. E chi lo nega? Ma gli italiani, quelli che prezzano una Tshirt di cotonaccio 30 euro, quelli, no. Non mi piacciono. Sono gli italiani del tutto e subito. Del Mors tua, vita mea. Ma lo straniero, il turista, in Italia NON VIENE A MORIRE, ma a renderci omaggio per il nostro presunto BelPaese…
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… fra me e i corsari dello scontrino…