Ritorno a Cristo. La Fede al tempo delle mode.
Martedì 27 agosto 2013 – Santa Monica – Rosarno
Guido l’automobile tutto solo e rifletto fra me e me. Ho lasciato alle mie spalle Taurianova, e percorro la Provinciale che attraversa i boschi di ulivi secolari. I miei ulivi adorati. Quelli che spesso vengono espiantati e caricati come anime ferite sui camion per essere trasportati verso le ville del Nord. Spesso partono dalla Piana di notte. Chissà perché?
Rifletto, dunque, sui tre milioni e passa di giovani infervorati, che hanno raggiunto Papa Francesco a Rio. E penso anche alle decine di migliaia di fedeli di fresco conio che, ogni domenica, anche sotto la canicola estiva, sciamano verso piazza San Pietro per ascoltare le sue parole, sparate come proiettili dalla finestra dello studio, che si fissa a non voler usare. Linfa nuova per il cattolicesimo. Religione che, comunque, sta sul culo a molti a causa del comportamento di buona parte dei suoi ministri. Ma, mentre l’antipatia per i preti e i vescovi aumenta, il rientro dei fedeli alla Chiesa di Roma cresce a dismisura. E, dunque, via i mala indiani dal collo ed ecco arrivare coroncine da rosario anche griffate e di gioielleria. Di legno, di corda, di cristalli colorati o metalli preziosi. Anche di plastica e fosforescenti. Via le statue elefantine di Ganesh, dio dei commerci, esposte all’ingresso di boutique e librerie, ristoranti e centri massaggi, e tappeto rosso al Cristo della Divina Misericordia. Quello di Wojtyla, il papa amato dalla sofferenza in poi. Niente più altarini di legno dedicati al Buddha, soffocati dall’incomprensibile mantra Nam myoho renge kyo, ma Padripii e Madriterese intagliati nel legno, o colati dai furbi cinesi in stampini che ne riproducono più o meno le sembianze.
Fino ad arrivare alle Madonne di Lourdes intrise di profumo con tanto di cordina incollata alla testa per facilitarne l’aggancio allo specchietto retrovisore. Oppure quelle, orride, in plastica trasparente, con la corona che fa da tappo a vite e che si riempiono di acqua della fonte miracolosa che, però, nessuno berrà mai. In ogni caso, Cristo è tornato ad essere di moda. E, con Lui, i Suoi santi. Soprattutto quelli canonizzati da poco. I più riconoscibili. Oltre, chiaramente, ai Classici: Francesco, Antonio, Rita, Rocco… Quando, qualche mese fa, presentai il mio Diario di una vecchia checca fra gli iscritti alla CGIL della Piana di Gioia Tauro, non c’era El Che, appeso al muro, ma un Gesù sorridente. Mi sono subito chiesto se sorrideva per l’ennesima vittoria. Quand’ero bambino, i “rossi” minacciavano di distruggere le chiese per farne pagliai… Non mi da fastidio questo avvicinamento universale ad un credo universale. Mi chiedo se anche la convinzione sia universale. Siamo sicuri che durerà così forte e così costante anche dopo la dipartita di Bergoglio? Ricordo che dopo la morte di Wojtyla, l’arrivo di Ratzinger venne salutato con offese e derisioni. Benedetto XVI, l’affetto dei più tenaci, se l’è dovuto guadagnare sul campo. Con germanica pazienza e dignità.
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Che siano state proprio le Sue dimissioni ad incentivare l’arrivo degli eserciti di Cristo? Certo, Ratzinger pretendeva una Fede più profonda. Non si accontentava del circo: chiedeva il coraggio della scelta. E la costanza. Qui, oggi, è un fatto “di pancia”: slogan, cartelli, striscioni, cori e volemosebbene. Ma basta? Siamo sicuri che il fratello è pronto a dare la vita per il fratello? Siamo proprio convinti della fedeltà dei fedeli? Anche me Papa Francesco è simpatico. Mi commuove. Sento la Sua sincerità sincera. Ma, poi, do un’occhiata attorno a Lui e tremo. No, non tutta la Chiesa ha recitato il mea culpa. E non tutto il popolo di Dio conosce i precetti. Me compreso. E, dunque? Siamo un pò troppo leggeri, quando ci diciamo cattolici. E anche cristiani. Perché lo facciamo sull’onda dell’entusiasmo. Senza pensare che molti dogmi non ci piacciono e a molte richieste non rispondiamo. E, anche, che molte nostre preghiere resteranno inascoltate e che dovremo faticare ancora molto prima di somigliare gli uni agli altri. Noi a Loro. Loro a Noi. E, dunque? Passerà anche questa ennesima onda cristiana? Torneranno i mantra giapponesi? La Cabala ebraica tanto cara ai divi di Hollywood? Le Sure delle Intellighenzie medioeuropee? Si rifarà vivo un dalailama, ennesimo diointerra, a chiedere attenzione e soldi per la causa della sua gente? O nascerà un nuovo Marx? Aspettiamo. E preghiamo. Come ci viene. Come sappiamo.
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… fra me e un Dio…