Troppe donne uccise. È l’invidia del maschio
Domenica 27 ottobre – San Fiorenzo vescovo – in viaggio verso Milano
Finiti i giorni dell’amore sublime. Spariti i cieli azzurri del paradiso terrestre. Dimenticate le gioie vivificanti del piacere carnale. Lontani i tempi degli sguardi complici ed incoraggianti.
Oggi è guerra. Sanguinosa, cruenta, letale.
E’ guerra per il territorio, la supremazia, la sopravvivenza.
L’uomo, debilitato nella sua funzione, frustrato, annichilito nel suo millenario potere assoluto, non sa più chi e cosa sia. Un oggetto? Uno schiavo? Un passatempo? Forse, un necessario inseminatore e un buon accompagnatore per le ore libere?
Eccolo, il rovello, che gira e rigira nella mente malata di quegli uomini che, a mano armata, si scagliano contro l’universo donna. E sì! Perché a cadere sotto i loro colpi, non è, di volta in volta, una donna. Ma ciò che ella rappresenta. Il cammino vittorioso e la determinazione. Una guerra femmina voluta, combattuta e vinta contro uno strapotere maschile che l’aveva, per troppo tempo, relegata a “angelo del focolare e regina della caverna”.
No, non era il loro effettivo ruolo nella società umana. Facevano già da tempo molto di più che rassettare e spolverare, cucinare e stirare colli di camicia, farsi fare l’amore senza poter godere, tacendo e fingendo. Erano già il filo d’oro che collega l’uomo al Cielo. Il piccolo al grande mondo. Perché sanno da sempre, creandolo nel loro ventre, il segreto della vita.
È proprio questo che mortifica il maschio. La consapevolezza che la Donna sia Uomo e Dio allo stesso tempo. Maschio e Femmina insieme. Forza e dolcezza, sapienza e passione, coraggio e temperanza. L’uomo, no. Il più piccolo dei creati sa perfettamente di esserlo, inferiore. E, dal primo risveglio, tenta in ogni modo di affermarsi a danno degli altri. Spesso anche del suo dio. Qualunque sia.
La violenza che in questi giorni neri per l’Umanita sconvolge le nostre giornate ne è la prova. A morire, ammazzate con violenza inconsueta, sono donne di tutte le vite: madri, figlie, spose, compagne, amiche, sconosciute, complici, amanti, colleghe di lavoro. Donne. E Tutte Loro, insieme, in Una Sola. Nell’Idea di Donna che sceglie, decide, vuole. Questo, proprio questo non Le viene concesso. Vivere per Chi è. Per Cosa rappresenta: Il Mistero della Vita sulla piccola Terra che l’Uomo crede sua per averla pretesa con la tracotanza delle armi, mentre la Donna la reggeva già con il silenzio lunare della maternità.
Chi può fermi l’ecatombe. E mi rivolgo alle donne. Aiutateli, questi maschi ignoranti a conoscere la vostra Anima divina. Accompagnateli per mano, a volte piegandoli col bastone del vostro potere materno. Sappiate guidare, rispettando la vostra femminilità, il maschio verso la strada piana della conoscenza. Fatelo, Magari, senza cadere nella trappola tutta maschile della conquista sessuale. Truccatevi, abbigliatevi, adornatevi per vostro piacere. Non per conquistare un angolino a fianco al focolare di un uomo. Il giro vizioso ricomincerebbe…
… Fra me e me. Agognando una qualche paradiso terrestre.