Giovedì 14 novembre 2013 – San Giocondo Vescovo – Roma

Quanto mi ci arrabbio, io, su questa storia delle carceri piene!

67mila detenuti circa. Dati del mese di febbraio scorso. Quasi 25mila sono detenuti stranieri e, fra loro, un’alta percentuale è rappresentata dagli irregolari. Se li spedissimo nei Paesi d’origine, la spesa per il loro mantenimento sarebbe più che ridotta. E, senza tema di smentita, sarebbe un bel deterrente per il futuro. Infatti, nei loro Paesi, questi delinquenti si guardano bene dal commettere cazzate. Lì, non scherzano né a condanne, né a qualità di ospitalità. Gli farebbero un mazzo come una capanna.

Qui da noi, invece, al limite stanno stretti. Ma il trattamento è più che confortevole. Per loro. Per i nostri, invece, proprio per colpa del sovraffollamento, la detenzione diventa più dura e difficile. Spesso insopportabile. E disumana. Quando ho visitato un carcere femminile, nonostante, ad onor del vero, abbia riscontrato grande umanità nei confronti delle detenute, i disagi affioravano dietro ai sorrisi di circostanza. E molti derivavano proprio dalla diversità culturale, religiosa, sociale. Dalla differente abitudine igienica o gastronomica. Dalla diversità di reato. Alcuni insopportabili anche alla più paziente morale italiana. Un mio enorme amico del cuore, detenuto forzatamente e scarcerato intelligentemente – anche se dopo un lungo tiremmolla – ha patito nel profondo, anche e soprattutto per l’eccessiva promiscuità. Eccessiva, dico. Non si aspettava un trattamento da villaggio vacanze. Ma nemmeno una sorta di galera plurietnica senza regole né rispetto.

Sì. Sono troppi fuori e troppi dentro. Ci stanno costringendo a stare male ovunque.

Ormai è un coro di proteste. Anche il “magico” Renato Zero s’è rotto i maroni ed ha protestato. E non solo lui. Ripeto, siamo un coro. Che non può rimanere inascoltato. L’Europa di frau Merkel ci impone regole che nessun altro Paese dell’Unione rispetta. La Francia di sinistra li sputa via. La Gran Bretagna gli impone doveri che somigliano a condanne. La Spagna cattolicissima gli spara addosso. Il Quarto Reich manco lo nomino. E non vengano i soliti tirapiedi europeisti a farmi la morale, ché, poi, anche loro si fanno rodere il chicchero quando si devono mettere in fila dietro ad un esercito di neoeuropei nemici dell’Occidente e della nostra Storia.
Vengono, delinquono e ci spernacchiano. Anche dalle celle. Mentre noi spalanchiamo le braccia, consigliati dal papa che viene dalla fine del mondo. Gli apparecchiamo la tavola e li arrestiamo solo se si consegnano con le mani nel sacco.. Poi, li processiamo e, se non possiamo farne a meno, li accomodiamo nelle nostre galere. Per noi insopportabili. Per loro più confortevoli degli scatoloni sul marciapiedi. Manca solo che gli garantiamo la carne di agnelli sgozzati lì per lì o un kebab fatto trottolare nel parlatorio.


No. Non si può. Ne abbiamo piene le scatole. E, dunque… Sì allo svuotacarceri, soprattutto se ad aspettarli fuori dal cancello ci sono delle navette pronte ad accompagnarli nel cuore delle piste di rullaggio dove stanno per decollare dei capientissimi aerei delle compagnie di bandiera dei loro Paesi. Altrimenti, facciamoli lavorare e il salario diamolo alle famiglie delle loro vittime.

… Fra me e me. Sine pietate.

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