Sabato 30 novembre 2013 – Sant’Andrea apostolo – Roma

Una gioia immensa, ieri sera! Ho avuto il divino piacere di tenere in braccio il mio quinto pronipotino, Gabriele. Lo guardavo e lo benedicevo con gli occhi. Mi rendevo conto, e ne gioivo, di quanto io possa essere fortunato: ho una Famiglia meravigliosa in ognuno dei suoi componenti.

 

A Famigghjia, qualche anno fa

 

 

 

 

 

 

Di mio Padre, Mimmo, ne ho già parlato a lungo. Sia in queste pagine virtuali, sia nel mio Diario di una vecchia checca, quella autobiografia sfrontata che si fa notare negli scaffali delle librerie di tutta la Penisola. Il mio amore viscerale verso di Lui è, credo, il premio più bello alla sua garbata, presente, incisiva paternità. Sia nei miei confronti che verso le mie due sorelle, Loredana ed Eleonora. Anche se da 14 anni si è trasferito nel Mondo a fianco, per noi è presente e partecipante a ciascun fatto di famiglia e nostro personale. Mimmo è una di quelle Anime che godono del Diritto di Presenza per i meriti umani, conseguiti durante la vita terrena. Il nostro Santo di Famiglia. L’Esempio da seguire senza se e senza ma. Un’anima in due cuori con nostra Madre, Concettina. L’altra Fortuna di famiglia. Lei, il cordone ombelicale, anziché staccarlo, ha saputo trasformarlo in dolce catena invisibile. Ma con l’elasticità che solo una Donna Profonda e Spiritosa come Lei poteva dargli. Non ci abbandona mai, ma sa rispettare ogni nostra libertà. Non invade, ma emana effluvi di amore materno. Ci rassicura sulla Presenza, ma sa, dignitosamente, tenersi lontana nei momenti personali di ognuno di noi. E’ forte e coraggiosa, quando ci accompagna nei nostri problemi, da quelli di salute alle preoccupazioni di lavoro o di sentimenti. E’ angelica e impalpabile nel Suo Amore, silenzioso e mai arrogante. Non chiede, ma riceve. E’ Mammà, per noi figli, è Nonnina per nipoti e pronipoti. La guardo come indossa la Sua casa e vado in estasi. Non sente il peso delle mura di pietra: è la casa costruita per Lei dalla zia che l’ha “cresciuta”, come dice spesso. Ogni tanto trasforma un congiuntivo, e chi se ne frega! La Sua proprietà di linguaggio più importante parte dal cuore. E questo ci basta. Soprattutto a me e alle mie adorate Sorelle. Loro sono le gemelle nate dopo soli nove mesi di matrimonio dei nostri genitori. Le ho sempre avute complici innamorate. Ed io innamorato di Loro. Quando, io bambino e Loro adolescenti, litigavamo, non passavano cinque minuti che eravamo lì a ridere e chiederci scusa. Come succede oggi. Anche se, oggi, non litighiamo proprio più. Guai! a chi cerca di intromettersi in questo nostro legame inscindibile. Un nodo di morboso rassicurante attaccamento. Anche con i loro rispettivi Mariti. Felice ci cura, da medico, e ci vizia con i Suoi regali: la prima mela cotogna del giardino, l’olio dei suoi ulivi, il pummelo appena maturo. Il pane caldo di forno e le pizze in compagnia della Famiglia. Nino, il direttore di banca, consiglia sulle “carte”, mentre costruisce, passatempo trasformato in impegno, mobili in legno nobile per tutti. O arriva, a sorpresa, col cesto di porcini, il paniere di more, o di corbezzoli di montagna. Attorno a questo nucleo, formato da noi più in età, il nostro esercito di Fiori Freschi. I miei adorati nipoti: la neocreativa di zuccherose torte d’arte, Marianna. La folle commercialista leopardata, Giuliana. La scicchissima ingegnere, Emanuela. L’avvocata mamma Rosaria. La vulcanica nipponica Beatrice. Marco e Giovanni, esplosivi universitari, belli, buoni e boni: cocktail di umanità e sentimenti solidali. Cercatori di porcini e pescatori di cernie e spigole. E le risate all’arguto veleno con Antonello, la sobria pazienza di Gaspare, lo stile di Alessandro, la dolcezza d’animo di Fabio, il rispettoso Simone. Mary e Martina, le giovanissime fidanzate di Giò e Marco… Acquisiti, ma magicamente legati a tutta la Famiglia.

E i cinque palpiti del mio cuore. La nuova generazione. Quei cinque diamanti che mi inteneriscono e mi incoraggiano. Giorgia e Martina, Sofia e Flavia. E Gabriele, l’ultimo nato. Per ora. 

E Manuel. L’adorato figlio, nato da altra Famiglia.

E Brando, Sofia e Gandhi: i nostri cagnolini e il nostro gatto. Con pari dignità. E pari diritti.

Eccola, una Famiglia fatta da Padri e Madri. Composta di Padri e Madri. E Figli. Senza quell’orrida definizione cretina di genitore uno e genitore due.

Una Famiglia italiana. Una Famiglia umana.

… fra me e me. Nel ricordo di chi sta nel Mondo a fianco. Leggendo di famiglie sfortunate.