Don Celentano e le prediche farisee
Venerdì 21 marzo 2014 – San Benedetto e primo giorno di Primavera – Taurianova, Piana di Gioia Tauro
Leggo delle esternazioni del molleggiato e vado a cercarle, convinto che qualche orrore d’ortografia ce lo trovo. E le salsicce “arrosolate” vanno pure oltre l’orrore. Ma, in realtà, quello che continua a scandalizzarmi è la sua angelica faccia tosta.
E ci metto angelica perché mi piace pensare che Adriano Celentano sia rimasto quel semplicione che urlava perventiquattromilabaciiii…
Celentano, sul Fatto accusa mezza Italia di brutture e scempi. Partendo dai veneziani e fino ad arrivare ai ministri di Roma, per il passaggio delle grosse navi da crociera nella laguna veneta. E come dargli torto? E’ una vergogna che sta sotto gli occhi del mondo. Venezia invasa da quartieri galleggianti alti più di sessanta metri: una porcheria che indigna ogni uomo di buonsenso. E offende l’Italia intera. Ma, alla fine, è una decisione che hanno preso gli amministratori scelti dai cittadini, e che, chiaramente, è serva dei soldoni che le compagnie marittime sganciano alla città per assicurarsi lo spettacolo. Certo, l’importate è che, poi, i veneziani non rompano i maroni con le richieste di interventi statali per inquinamenti o dissesti vari, davanti, intorno, dentro San Marco: chi è causa del proprio mal, pianga se stesso. Lo diceva il nonno di mio nonno, figuriamoci io!
Altro attacco dell’autore di Prisencolinesinainciùsol è sparato diretto a Oscar Farinetti, padre di Eataly. Ora, che il posizionamento politico di Farinetti non combaci col mio, credo sia evidente. Che io e le provole non abbiamo niente da spartire, è altrettanto palese. Ma che l’imprenditore abbia avuto una idea geniale, credo sia innegabile. Sono stato tre volte nel mega negozio di Roma. Mi sono perso “dentro al profumo d’Italia”. Dai prosciutti ai cacicavallo, dalle soppressate alla liquirizia, al cioccolato, alle cotognate, i confetti e il pane tipico di tutto lo Stivale. E’ una sorta di eden della gastronomia. Si mangia anche bene: mi è capitato di gustare un risotto al tartufo bianco davvero eccellente. E – è vero! – si paga abbastanza. Ma, tant’è! E’ un modo per aiutare i produttori italiani e il prodotto nazionale. Forse, potrei suggerire di limare i prezzi in Italia, ma sostenerli all’estero. Come fanno tutti. Del resto, i formaggi francesi in Italia costano una tombola. E lo stesso vale per i loro vini e i dannati foie gras. Vale per il Pata negra spagnolo, la cioccolata belga e quella svizzera…
E’, insomma, legge di mercato.
La terza tranche della crociata dell’interprete di Yuppi Du è dedicata alla cultura. E divisa in due parti. La prima parte è sempre diretta a Oscar Farinetti (che non gli abbia praticato sconto in qualche negozio di pecorini?) Al malcapitato imprenditore, il consumatore seriale di acque minerali televisive rimprovera di aver trasformato il milanesissimo teatro Smeraldo in un luogo dove si “arrosolano le salsicce sul cemento”, anziché mantenerlo come luogo di “cultura”.
Divento banale e scontato: perché, caro cantore di Chinonlavoranonfalamore, non lo hai fatto tu? E sì che di soldini l’Italia te ne ha regalati proprio tanti, fra dischi di belle canzoni, filmacchioni passatempo e orride omelie televisive. Avresti fatto danno a qualcuno, se avessi tirato fuori un par de milioni di euro e avessi consacrato il tuo stimatissimo cognome ad un luogo di cultura come il teatro Smeraldo? Lo avresti potuto intitolare, volendo, anche alla via Gluck che tanto ci hai fatto amare. TEATRO SMERALDO – VIA GLUCK
Una bella targa e una attenta programmazione ti avrebbero fatto amare in eterno non solo dai milanesi.
Invece, come al solito, dopo esserti umettato il labbro con due sorsi d’acqua (è la stessa anche a casa?) ti sei messo a scrivere la solita omelia farisea…
La seconda parte della terza tranche è dedicata a Vittorio Sgarbi, che, secondo l’Adriano nazionalpopolare, non avrebbe dovuto tenere a battesimo, con la propria presenza, il neonato punto Eataly. Permettetemi di dissentire ancora. In primis, ognuno di noi è libero di andare dove vuole. Ma, soprattutto, un personaggio pubblico ed apprezzato come Sgarbi ha, secondo me, il dovere di promuovere la cultura. Ogni tipo di cultura. E la gastronomia è sapere antico dei popoli. Garbo e creatività. Audacia e sperimentazione. Comunicazione e pacificazione. Come un quadro.
Fra me e me. Canticchiando Pian piano sotto le lenzuola…