Italia, porta d’Europa
Giovedì 22 maggio 2014 – Santa Rita da Cascia – Redazione SUD a Gioia Tauro
E’ una carognata!
Lasciarci soli a raccattare vivi e morti è una vera vigliaccata. Perché questo mare è di tutti.
E’ Mare d’Europa.
Così hanno voluto e, dunque, così deve essere. Noi Italiani, Popolo generoso e solidale, lo abbiamo capito. Non spariamo sulle carrette del mare. Non rimandiamo a casa la povera gente. Non ci nascondiamo dietro le quote. Come stanno facendo i Grandi d’Europa.
Accogliamo e sfamiamo. Per come possiamo. Con quello che abbiamo.Ed è poco. Perché anche noi siamo rimasti fottuti. Da oscure manovre. Loschi giri d’affari. Spread armati e banche col passamontagna.
Anche a noi hanno preso la casa. Scippato il lavoro. Cancellato la dignità.
Anche gli Italiani piangono morti. Figli di un conflitto altrettanto sanguinario. Una guerra dei soldi e del potere (occulto) che sta sparpagliando cadaveri in ogni città. Quasi fossero semi di un raccolto mortifero dei prossimi decenni.
Eppure…
Eppure, non dimentichiamo che l’Italia sia Porta della Civiltà. E Porta d’Europa. Di questa Europa che si professa terra di Diritti Umani. Che si ammedaglia di Campagne Sociali. Ma che sputa come fosse fiele ogni richiesta d’aiuto. Ogni grido di dolore.
Tetragona. Ottusa, direi.
Germanici, Franchi, Iberici, Angli, Scandinavi, Slavi. Tutti sordi. Con bocche e tasche cucite. Salvo quando devono “bacchettare” l’Italia. Quando devono sibilare rimproveri politici. O quando devono golpare i nostri governi. Allora, sì, che parlano. E ridacchiano pure.
Ma ora che dovrebbero mostrare la loro vera grandezza, col piffero che si fanno vedere.
Rintanati nei loro castelloni dalle inferriate dorate a lucido, nei loro grattacieloni dalle mille finestre sparasoleriflesso, nei loro villoni da uichend spaparanzato, tacciono, i rilassati dell’Unione Europea a singhiozzo.
I neri muoiono affogati? Ecchisenefrega! In Italia, vanno, non certo da noi. E, con questo scaricabarile omicida, si scaricano la coscienza di un peso, che, invece, sanno benissimo essere figlio di una bugia carnefice.
Nessuno degli stranieri che incontro quotidianamente nei miei giri per casolari occupati e tende d’emergenza vuole restare in Italia. Tutti pensano all’Europa del Nord. E alla Francia. E alla Germania. Anglofoni o francofoni che siano. Lo sanno perfettamente che in Italia non c’è lavoro. E loro partono dalle loro case per quello. Per lavorare e mandare soldi alle famiglie. Tranne la quota figli di puttana. Quelli che arrivano, novelli Al Capone, per regalarsi al malaffare. Alla malavita.
E anche quelli, comunque, vogliono dividersi equamente su tutto il territorio europeo.
Ma l’Europa, tanto, non prende né i buoni, né i cattivi. Fuori tutti, belli e brutti.
Restino in Italia. Lì sbarcano. Lì devono restare.
Colpa del Creatore, dunque. Avrebbe dovuto dare chilometri di costa a tutti i Paesi. E ad ogni latitudine. Alla Germania, per esempio, doveva darne anche un bel po’ di chilometri anche a Sud. Perché dal mare del Nord, i neri poveri non arrivano.
Ma, soprattutto, il Buon D*o avrebbe dovuto dare chilometri di memoria a tutti i governi. A tutte le Bandiere. Agli Inglesi e ai Francesi, agli Spagnoli e ai Portoghesi, agli Olandesi. Perché dovrebbero ricordare quanto, nei secoli scorsi, abbiano colonizzato e RUBATO in tutto il mondo. E quanto dovere di restituzione abbiano accumulato in queste centinaia di anni.
Ecco, detto!
Tutta questa Europa dimentichina mi fa orrore! Perché mi scarica addosso una frustrazione che non merito in quanto Italiano. Noi, le nostre Porte d’Italia, non le abbiamo chiuse mai. Nemmeno a chi avremmo dovuto.
E questo mare, che chiamavamo Nostrum, è vasca per ogni popolo. Per cui, le sue coste, sono approdo per tutti e terra di tutti.
Oppure, no. Ma, allora, saremmo Italia in tutto. Nei confini, nelle banche, nelle imprese, nella moneta. E nella forza lavoro. Italia! Di ogni colore. Razza. Credo. E non avremmo obblighi nei confronti di alcuno. E l’Europa sarebbe Stato confinante.
Fra me e me. In Europa. Forse.