Infibulazione? L’Islam che non ci piace
Mercoledì 23 luglio 2014 – Santa Brigida – Redazione SUD, Area Industriale Porto Gioia Tauro
Infibulazione? Nel 2014? Avvisatelo quel certo signor Abu (Bakr al Baghdadi) che il tempo passa e il Credo matura e, spesso, cambia.
Ditegli che certe porcate, oggi, sono considerate addirittura e menomale dei Crimini contro l’Umanità.
La notizia è, chiaramente, di quelle che fanno venire tanta di quella rabbia che temi possa sfociare, anche in te, in distillato di razzismo puro. Sì, anche in te che credi di non sapere esserlo, razzista. Ma tant’è! Il leader dei jihadisti apre bocca e tu sogni di avere in mano un’arma nucleare con telecomando intelligente da usare comodamente da casa tua per potergli fare molto male.
“L’Isil ordina l’infibulazione per tutte le donne!” L’Isil è il neonato Stato islamico dell’Irak e del Levante, autoproclamatosi a fine giugno 2014. Il capo, manco a dirlo, è proprio lui, il signor Abu, un barbuto giovanottone sulla quarantina che, invece di pensare alla pace e al futuro dei propri figli, spara cavolate fuoritempo e offensive per l’intelligenza e la libertà dell’Uomo. E della Donna.
L’infibulazione è una mutilazione genitale femminile vergognosa e dolorosa. Consiste nell’asportazione della clitoride, delle piccole labbra e di parte delle grandi labbra della vagina, con cauterizzazione e, successivamente, cucitura della vulva. Unico foro consentito quello per consentire la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale.
La tradizione viene dall’antico Egitto ed è praticata ancora in molti Paesi africani (in Egitto le donne vittime toccano il 90%), nella penisola araba e nei Paesi islamici del sud est asiatico.
Dunque, un abominio vero e proprio, che serve solo a impedire alle donne di provare un benché minimo piacere. Anzi, si tratta di sofferenza perenne!
E la rabbia più grande è che l’Occidente sinistrorso filojihadista (non si sa mai diventino tanti…) TACE! Come se quelle donne debbano necessariamente continuare a “servire” e subire. Manco fossero dei tubi di grès per le fogne.
E, allora, eccomi a fare da trombino, da altoparlante. Perché non so tacere, io. Anche correndo eventuali rischi. Magari una fatwa!
Il capocchione cita i Detti del Profeta che, in realtà, sembra che non contengano questo ordine specifico.
E se anche…
Non è più tempo di escissioni, cauterizzazione e cuciture di organi genitali né femminili, né maschili!!! Men che meno in nome di un dio.
Io ringrazio mio Padre e mia Madre che non mi hanno circonciso: a che pro, infatti? Se un dio lo avesse chiesto, sarebbe stato un dio confuso. Come?, prima me lo copri e poi pretendi di correggere l’errore facendomi tagliuzzare a crudo? Eh, no! Non ci sto. E’ facile fare il ricchione col culo degli altri, si diceva ai miei tempi…
Ma, tanto per tornare a bomba (è il caso di dirlo, considerando il pulpito) sul turpe editto, BISOGNA FARE QUALCOSA!
Sembra che una trentina di ragazzine siano già state mutilate. E chissà quante altre, nel silenzio delle famiglie complici.
Abu, del resto, ha imposto l’infibulazione per tutte le ragazze del fantomatico califfato che dovrebbe essere compreso fra le terre dell’Irak e la Siria, non prima di aver chiesto alle famiglie la consegna delle vergini di casa ai jihadisti. Da noi, lo ius primae noctis era roba da Medioevo.
Dobbiamo fermare questa vergogna! Bisogna mettere anche questo, nella lista dei peccati e dei reati per cui bisogna intervenire con forza e lungimiranza in quelle terre. In quei conflitti.
Abbiamo l’obbligo di fare avanzare il progresso, la democrazia, il rispetto dei diritti umani.
A tutti i costi!
Anche con l’uso e la presenza concreta dei mezzi della durezza.
Certe avanzate partite dal lontano passato vanno respinte a quei tempi lontani.
Il futuro ha bisogno di leggerezze. Non di ombre insanguinate in nome di un dio che, probabilmente, nulla ne sa…
Fra me e me. Per parlarne.