Le mignotte di Marino
Domenica 8 febbraio 2015 – senza santi in paradiso – Taurianova
Diteglielo, al sindaco Marino, che aprire i bordelli non significa costruirli a cielo aperto. Cancellare una legge inutile e dannosa come la Merlin, non significa trasformare la pubblica via in un casino autorizzato. Magari con distributore automatico di marchetta, tipo il gettone per il carrello del supermercato.
Non si risolve così il gravissimo problema dell’adescamento da marciapiede. Non lo si fa, autorizzando la mercificazione del sesso in alcune strade, piuttosto che in altre. O in tutte.
Roma, come il resto dell’Italia (e del mondo intero) è moquettata di puttane. Di tutti i colori e di tutte le lingue (importanti per un completo svolgimento della professione). Ne sono arrivate, con il crollo del Muro e la costruzione dell’autostrada marina chiamata Mare Nostrum, a milioni. Sfrontate, arroganti, violente o sottomesse, vittime o carnefici esse stesse. Con “farfallina” o “lungo stelo”, come amano definirsi negli annunci “economici”. Con occhi a màndoLla (dove la L sostituisce la locale R) o con le estenscion necessarie a dare parvenza di chioma alle africane. Su tacchi quindici e senza governo intimo. Così, alla sans façon, alla rinfusa. Sporche già dopo il primo cliente. Confortate solo dai fazzoletti di carta (lo sapesse, l’albero che muore per diventare detergente per mignotte, si darebbe fuoco per autocombustione), diventano distributori di ogni malattia immaginabile e non. Eppure…
Marino gradisce. E premia. “Batti? Tranquilla, Ti consegno l’EUR, che corrisponde alla nostra Torre Eiffel!!!” E sì! Perché, per chi non lo sapesse ancora, il quartiere E42, poi chiamato EUR, fu progettato, ai tempi del Duce, per rappresentarci all’Esposizione Universale del 1942 (Così come la Tour venne costruita per quella di Parigi del 1889, cento anni dopo la rivoluzione). Poi, la guerra. Poi, la costruzione col nuovo nome ESPOSIZIONE UNIVERSALE ROMANA. Appunto, EUR. Negli anni Settanta, fu il quartiere ambito dalla nuova borghesia romana. Medici e architetti, soprattutto. Commercianti e costruttori. Tutti con attico sulla Nuova Roma Imperiale. Quando ci arrivai io, ai primi degli anni Ottanta, si cominciavano a vedere le prime lucciole nei viali più interni dei giardini a fianco al Luna Park. Poi, i trans.
A questo punto, molti hanno già sentenziato “Spirlì sa troppo: va a mignotte. O a trans. O, meglio, batte!” Zero! Fuori pista! Ho sempre avuto il frigo e la dispensa piena in casa mia. Detesto i fastfood, figuriamoci il sesso scomodo in auto. No, no! Niente conoscenza per esperienza. Solo esperienza per conoscenza. Del fenomeno. E non del mestiere.
Detesto da sempre la prostituzione. Ritengo che, se un uomo o una donna arrivano ad averne bisogno, in necessità attiva o passiva, stiano proprio alla canna del gas morale. E questo mi deprime.
Ma so anche che esiste da sempre e che, purtroppo, esisterà ancora per molto tempo. Dunque, va considerata.
L’idea di consentire la riapertura dei lupanari AL CHIUSO non mi sembra folle, né fuori tempo. Anzi. Li doterei di presidio sanitario e di controllo amministrativo contabile. Oltre che di Sicurezza. E sarebbe, forse, la fine di questo orrore per le strade delle nostre città. Sotto gli occhi di bambini e gente indifesa. sarebbe la fine, probabilmente, dello sfruttamento malavitoso del fenomeno prostituzione. Sarebbe la fine di molte malattie.
Magari, sarebbe la fine della giunta Marino. Il peggior imperatore di Roma.
Questa sua ultima trovata, a danno dell’immagine della nostra Capitale e dei suoi abitanti, è veramente ignobile. Una sorta di resa davanti al fenomeno dilagante della prostituzione senza controllo. La Roma di Marino depone le armi della tutela dei diritti dell’uomo, della democrazia, dell’emancipazione femminile, del decoro nazionale, del rispetto di chi di prostituzione c’è morto, e si abbandona ai magnaccia e al malaffare. Consegnando alle mafie, oltre che se stesso e la sua giunta, il Centro della Storia di tutto l’Occidente. La Casa di Dio. Il simbolo della Nazione.
Non più vergogna, ma abominio.
Fra me e me. Critico con Er Mignotta!