Mercoledì 25 Febbraio 2015 – San Cesario – Redazione SUD, canale 656 dt – Area industriale Porto di Gioia Tauro

Attraversano qualche chilometro di terra brulla e abbandonata, sporca di spazzatura e difficile da brucare anche per le greggi di pecore disperate, menate dai nuovi pastori dell’est. Lo attraversano cinti di fascia tricolore, indossata sulle felpe nere con la scritta ZES sul dorso. Sul petto, ripetuta, la bandiera italiana. Sono i sindaci dei paesi della Piana di Gioia Tauro e dell’Area dello Stretto. Sfiduciati, probabilmente stanchi di prese per i fondelli e, anzi, incazzati col premier e i suoi ministri per le continue promesse non mantenute. Fotocopia di quelle già sbandierate dai loro predecessori negli ultimi anni. Una su tutte? Il personale impegno, in loco, del ministro Lupi, in occasione del trasbordo delle armi chimiche di provenienza siriana, di “premiare” la professionalità dei portuali di Gioia Tauro con l’attuazione della Zona Economica Speciale tutto intorno al porto. Ennesima bufala politico elettorale, ripetuta durante le tornate dello scorso 2014. Per il Parlamento Europeo, prima, e per il Consiglio Regionale, poi, passando per le Comunali di Reggio Calabria, futura Città Metropolitana.

Sulla bocca di tutti i candidati, la ZES, che, però, ad oggi continua ad essere una chimera. “Non si riesce a capire perché al governo non interessi realizzarla, eppure potrebbe essere un vero volano per la Piana, la Calabria, l’Italia”, dichiara il neoeletto consigliere regionale di CdL, Francesco Cannizzaro.

Dello stesso parere, il senatore GAL Antonio Caridi,  che, primo su tutti, non ci sta: “Come immaginavo, purtroppo, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi non ha risposto alla mia lettera del 9 Febbraio nella quale chiedevo esplicitamente un impegno sull’Istituzione della Zes a Gioia Tauro.” Ha affermato deciso il senatore. “Avevo chiesto di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla volontà del Governo nel portare avanti questa lodevole iniziativa per non continuare ad illudere un territorio storicamente abbandonato a se stesso. Capisco che Renzi sia molto impegnato, tra tweet vari e slide presidenziali, ma – ha proseguito Caridi – anche in questo la Calabria si meritava quanto meno una semplice risposta o un’interlocuzione. Capisco anche che non sono previste nei prossimi mesi tornate elettorali tali da richiedere un suo intervento propagandistico, al quale ci ha abituati, e, pertanto, potremmo giustificare questo totale menefreghismo nei confronti della nostra Regione”.

Questo lo spirito del parlamentare, quando, di buon mattino si è presentato ai cancelli della dogana del porto di Gioia Tauro, scalo merci più grande d’Europa, in ottima compagnia. Con lui, organizzatore della manifestazione, una cinquantina di sindaci ed amministratori di altrettante cittadine della provincia di Reggio Calabria, il consigliere provinciale FI Demetrio Cara, il consigliere regionale Francesco Cannizzaro, tutti impegnati, da sempre e in prima linea, nella battaglia politica più difficile: la creazione della ZES,  una realtà necessaria per il rilancio dell’economia regionale calabrese.

Ulteriore schiaffo istituzionale al premier Renzi e alla sua politica della promessa facile. Tanto, a non fare c’è sempre tempo.

Fra me e me. In felpa nera e tricolore nel cuore.

 

 

 

 

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