La mano delle mafie sugli animali
Domenica 8 marzo 2015 – Senza santi in paradiso – Taurianova
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Tutti lo sanno, pochi lo dicono. Eppure è evidente: le mafie, tutte le mafie, hanno le mani in pasta anche nell’Affaire Animali & Co.
Probabilmente, dei nostri amici non umani agli umani poco importa. Eppure, ormai, non c’è casa in cui non viva un cane fedele, un gatto sonnacchioso, un uccellino con fine pena mai. O il criceto, dannato in una ruota di plastica. O un povero iguana, confezionato nella teca di cristallo. Il pesciolino dalla coda morbida che naviga, folle, nella boccia o la cavia che figlia ad ogni respiro e che non vede mai crescere i propri piccoli. E già ho i primi brividi…
Ma, poi…
Allevamenti illegali di cani, gatti, cavalli, visoni, asinelli, pennuti; importazioni di contrabbando di animali esotici destinati a sofferenze e morte certa; caccia e bracconaggio di “selvaggina” locale; rifugi lager incontrollati e canili e gattili “fantasma” buoni solo per ottenere sovvenzioni dalle varie amministrazioni.
E, tanto per chiarire, il lurido mercato di animali esotici, specie e razze protette, pelli, pellicce, zanne, lo conoscono bene soprattutto i ricchi…
Tutto un Suk malandrino e (semi)sotterraneo, regolato da leggi canaglia, concussioni e corruzioni. Una vergogna che colpisce ogni Paese del mondo. Da quelli africani, dove si continuano ad ammazzare elefanti per le zanne, leoni per farne tappeti, ghepardi per la pelliccia, scimpanzé, scimmie dorate e gorilla rwandesi per farne souvenir, fino ai Paesi asiatici, dove, Cina in testa, si torturano anche gli animali che si mangiano, perché agli uomini con gli occhi a mandorla piace la carne con la scarica di adrenalina incorporata. E all’elenco non mancano le Americhe, da dove si importano rettili a quattro zampe e serpenti.
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Insomma, la mafia, coi calzoni di ogni Paese del mondo, Italia compresa, ha capito che con le bestiole si possono portare a casa miliardi di dollari ed euro. E se li porta eccome! Denaro sporco di sangue innocente che, però, non sa difendersi. Non ha armi per rispondere alle offese e cade. Vittima. Consegna se stesso e le generazioni future.
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Ieri mi è toccato far finta di sbagliare per liberare un cardellino da una gabbia grande quanto un pugno. Il vecchio che lo deteneva era ancora indeciso se cavargli gli occhi col ferro rovente per farlo cantare meglio. Ora non può più nuocergli. L’uccello è volato via (uno dei pochi che mi sono lasciato sfuggire 😉 ).
Quel cardellino è solo una delle anime che sperano di riottenere la libertà. Che non si spiegano perché siano costrette ad un carcere che non hanno meritato. Quel cardellino era stato catturato con una trappola da bracconiere. Anche questa è mafia.
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Fra me e me. Per riconsegnare dignità a carcerati e morti innocenti.