CALABRIA: MANETTE PER ASSESSORE PD E SENATORE NCD
Venerdì 26 giugno 2015 – Senza santi in paradiso – Redazione SUD, Gioia Tauro
(Nino De Gaetano, Assessore regionale ai Trasporti)
Detersivi, gioielli, viaggi all’estero, gratta e vinci, olio… Chissà se anche qualche panino con la ndujia tanto cara al governatore dimezzato della Calabria, Mario Oliverio. Di tutto, e tutto in nota spese della Rreggione Calabria. Mentre i calabresi si spartiscono, dignitosamente e, ahimè, miseramente, la pagnotta, di casa in casa, e si curano passandosi i medicinali dalla finestra, lo scialacquìo volgare e arrogante del Palazzo è continuato senza nessuna vergogna. Senza la paura di far la stessa fine di centinaia di altri marioli italioti di altre regioni.
Per De Gaetano, assessore per forza, Mario Oliverio ha sempre garantito personalmente. Lo ha scelto, nominato, preteso, difeso, coccolato fino a litigare con mezza Sinistra. Il PD calabrese ha fatto quadrato sull’assessore anche quando Maria Carmela Lanzetta, guarda caso del PD anche lei, ha rifiutato la nomina ad assessore regionale proprio per non dover condividere la Giunta con lui, indagato. Di Nino si dice che abbia vicinanze pericolose, che suoi “santini” elettorali siano stati trovati, durante una perquisizione, in casa di un noto esponente della ndrangheta. #teparepoco ?
Personalmente, l’ho incontrato quando è stato ospite a SUD. Prima e dopo di quell’oretta trascorsa negli studi, non giuro su cosa abbia potuto fare. Una cosa, però, è certa: questo discolaccio d’un assessore sta costando al suo padrino Oliverio la faccia e il posto a sedere sulla poltrona più larga della Giunta regionale calabrese.
Eh, sì! Proprio la poltrona! Perché i calabresi, col capo cosparso di cenere (tossica), si stanno pentendo amaramente di non essere andati a votare e di aver permesso ad un pugno d’amici (si fa per dire) di scegliere malamente per tutti.
Certo, non era facile convincere il popolo ad andare alle urne: i precedenti governi regionali non avevano brillato (appunto!) per trasparenza. Lo stesso Scopelliti, in un impeto di autocelebrazione, s’era fatto circondare da una ciurma di inetti e strafottenti tirapiedi che lo ha fatto diventare una sorta di Divinità Irraggiungibile, diventando, di fatto, sospettabile e sospettato di qualsiasi indegnità. Oggi, e in casa d’altri, mi sembra, è peggio. Molto peggio.
Dagli spifferi nei muri dei palazzi di Giustizia, sembra che fra gli indagati ci siano anche altri assessori dell’attuale Giunta: che brivido sta percorrendo la spina dorsale del Lupo Rosso Oliverio? Non voglio pensarci (pensandoci, eccome!). Fuor di dubbio è che la faccia è persa. Se colpevoli, speriamo si perdano anche “il posto sicuro” e la spietata arroganza.
Senza bisogno di spifferi, invece, né di conferme, è la notizia che l’altro fermato eccellente sia Giovanni Bilardi, attuale senatore NCD, all’epoca dei fatti consigliere regionale e, ancora uno, l’ex assessore Fedele in quota, anch’egli, NCD.
Che partitone!
(Ass. Carlo Guccione, Presidente Regione Mario Oliverio, Ass. Vincenzo Ciconte)
Cosa resta da fare, dunque, al nostro povero Mario Oliverio, che, oggi, confesso, mi fa tenerezza, quasi compassione, Pena, magari? Io gli consiglierei, da non amico, ma leale, di consegnare le chiavi della scomodissima stanza che gli hanno assegnato dopo l’elezione, e di tornarsene al suo suppongo amato San Giovanni in Fiore. E’ stata una brutta avventura, finalmente conclusa, di cui resterà una piaga, ma non il pus. Restare sarebbe da kamikaze: Renzi (e lo sta dimostrando) non avrà pietà per lui fino a quando non lo avrà fatto fuori politicamente. Fino a quando non avrà fatto eleggere uno dei suoi fighettini depilati e profumati di Nuova DemoNcrazia Cristiana.
Tanto per parafrasare, oserei un “OLIVERIO DIMESSO SUBITO” di woytjliana memoria
Chiedo troppo?
Fra me e me. Confidando nella Giustizia.