Buonisti e cretini, complici degli assassini islamici
Mercoledì 18 novembre 2015 – Sant’Oddone – a casa, a Taurianova
Buonisti inutili alla Società. Cretini alla ricerca di uno spazio sui social network e fra certa spazzatura mediatica. Complici asserviti agli assassini islamici che, però, odiano noi che li odiamo, e anche, e soprattutto, coloro che fanno finta di amarli.
Non serve né il buonismo, né la bontà, quando davanti hai un esercito di bestie sanguinarie, ignoranti e primitive. Accarezzare un cane idrofobo non è fratellanza: è cazzonaggine acuta! E certo sdolcinato “veganesimo” sociale, fatto di foto finte di bambinelli bombardati, di mamme smagrite multicolori, di padri miracolosamente ravveduti e appena tornati dagli sgozzamenti più puri di un angelo del cielo appena nato, farebbe venire l’orticaria anche al Mahatma Gandhi, che, non violento più o meno, mentre agli inglesi rompeva i maroni coi discorsi sulla pace, aveva il suo bel tot di armadi pieni di scheletri…
Io sarò pure populista e demagogico, come mi descrivono alcuni, violento e fascista, come mi indicano altri, pazzo e ignorante come mi dipingono altri ancora, ma buonista, mai! Non lo sarò mai! Meglio stronzo vero che finto santo.
Non conosco il perdono, dunque; e non miro a riceverlo o a concederlo. Sul cammino alla ricerca di Dio, finora non l’ho incontrato. Sono, anzi, convinto che il perdono sia Virtù Divina. Unicamente Divina. E non “casacca” da umani; i quali, peraltro, ogni volta che tentano di indossarla, ne restano schiacciati.
Quante volte ho sentito dire “Perdono tutti, ma non i pedofili, non gli stupratori, non… non…”…
Perché, confessiamolo, cazzo: tout court è impossibile farlo!
Io, di mio, non so perdonare. Soprattutto chi ammazza o abusa degli innocenti, che siano bimbi, donne, persone anziane o disagiate. Ma non spreco perdono neanche per i cafoni, gli ipocriti, gli stupidi, i preti screanzati, i medici disattenti, i politici inciucioni, chi tradisce, chi raggira, chi fugge l’amico che ha bisogno…
E non perdono nemmeno i miei errori. Mi condanno e, volutamente, non mi grazio. So da tempo che non sarà rapido e diretto il mio viaggio verso il paradiso. Anche se, al momento, penso di poter dire che l’inferno me lo sono già vissuto su questa terra.
Per tornare a loro, ai sanguinari assassini islamici, non c’è pietà o compassione che si possano investire nei loro confronti. E nemmeno nei confronti di chi li abbia procreati, educati o scelti per la vita in comune. La maledizione va spalmata su tutti i responsabili di quelle vite così mal spese. Su tutti i complici di tale oltraggio alla divinità umana, alla purezza del disegno dell’Unico Vero Dio, Nato a Betlemme da Maria e battezzato col nome di Gesù.
E, no! Non mi commuovo e non piango di fronte alle foto che arrivano dalle terre degli assassini; non ritengo vano alcun bombardamento a basi terroristiche. Non mi scalfisce l’idea che qualche vittima civile ci possa scappare.
Non gliel’ho detto io di sfidare, provocare, tentare di terrorizzare l’Occidente. Di posizionarsi, scioccamente o scientemente, fra la possibilità di comprensione e la pazienza umana. Hanno tirato la corda fino a spezzarla. Ora, è troppo tardi.
Bene fa la Russia. Ancora bene la Francia!
Si vis pacem, para bellum, dicevano i Padri. E noi, quello vogliamo: la Pace. E se dovremo attraversare i sentieri della guerra, per riconquistare la serenità, lo faremo. Col coraggio di Roma e il sapere di Atene.
Altro che Raqqa…
Fra me e me, buonino mai!