Lunedì 30 novembre 2015 – Sant’Andrea apostolo – a casa, a Taurianova

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Gesù di Nazareth non era sacerdote. E’ un dato inconfutabile.

Gesù di Nazareth è stato fatto fuori non da “Cesare”, ma da Caifa, sacerdote, capo del Sinedrio, e dai suoi complici.

Gesù di Nazareth, in questi duemilaquindici anni, è stato crocifisso ogni giorno da chi, vestendo la tonaca, ne ha macchiato la Santità.

Gesù di Nazareth non la possedeva nemmeno, la tunica che indossava. Gliel’hanno pure sequestrata. E’ morto nudo.

I preti che conosco io vestono abiti griffati, indossano scarpe griffate, profumano come mignotte di antichi bordelli, sono ingioiellati più delle statue che portano in processione, guidano automobili fuoriserie, sempre nuove, sempre più lussuose. Non muoiono mai. E, se lo fanno, nella bara si portano il calice d’argento.

I preti che conosco io sono fidanzati. Ognuno come può. Ognuno come vuole.

I preti che conosco io hanno sempre il tetto della chiesa che deve essere risistemato, il cestino delle offerte sempre in azione, il conto in banca sempre più grasso.

I preti che conosco io non hanno pietà per i pensionati e per i poveri, dai quali pretendono l’offerta e ai quali, in caso di necessità, non danno che qualche consiglio. O, eccome se lo fanno!, il facsimile del proprio protetto alle elezioni.

Già! Lo danno assieme alla pasta e alle scarpe usate. Incollato alla cera della provola, che durante le elezioni si trova, e per il resto dell’anno, no.

I preti che conosco io non celebrano una messa in più, neanche se è il due novembre e sei al cimitero per la Giornata dedicata a Chi è passato nel Mondo a Fianco.

I preti che conosco io danno la comunione alle beghine divorziate, ma non alle divorziate. Ai mafiosi generosi, ai benefattori della parrocchia anche quelli che rubano e ammazzano, ma non a quell’omosessuale che (non) gliel’ha dato.

I preti che conosco io diventano anche vescovi e cardinali e papi.

I preti che conosco io li leggo sui giornali coi nomi occultati. Li legge il mio amico Andrea, che, lui sì ci va sulle chat gay. Li leggiamo tutti sulle bocche di tutti, che sanno e dicono, ma non denunciano.

A questi preti c’è ancora chi regala l’otto per mille. Per consentire loro il vizio e l’arroganza.

I preti che conosco io non sono buoni come quelli degli spot pubblicitari sull’otto per mille, che curano i malati, educano i bambini, convertono i mafiosi, accompagnano i bisognosi, gli affamati, i derelitti.

No. Quelli, i belli e buoni, sono attori. O mosche rare.

Ce la raccontano, la favoletta del prete buonissimo e santissimo, solo in prossimità della scadenza del modello Unico. Poi, più!

I preti che conosco io votano PD. Parlano male del proprio vescovo. Parlano male del Papa, se predica la povertà e la castità. Parlano male dei santi, tranne che durante le gite ai santuari. Per le quali non pagano la quota d’iscrizione.

Parlano male.

E razzolano peggio.

Sono “al caldo” del ventre di santa madre chiesa. Non conoscono la fame e il bisogno. Sono preti. Mica Unti.

Ha voglia, Bergoglio, a frustarli. Non li piega. Non li convince. Salgono sul primo treno per tornare a casa e si lasciano sfuggire anche un deprecabile “Questo deve fare la fine dell’altro”. Più o meno.

Eppure, ancora c’è chi regala l’otto per mille a questa orrenda banda di lestofanti.

Una banda organizzata, che possiede nel mondo migliaia di milioni di dollari in beni immobili, più milioni di opere d’arte di valore inestimabile, più miliardi di euro in lingotti d’oro e argento…

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Che sciocco, Gesù! Morì povero! L’avesse saputo, che da lì a poco sarebbe diventato così ricco, si sarebbe fermato a 33?

E, ora che lo sa, che oltre a quello che ha già in tasca, ogni anno incassa milioni di euro anche con l’otto per mille per stupidi, perché non risuscita?

Che Dio strano, il mio Dio!

Mi fa quasi tenerezza. Come dire, più Figlio che Padre. Mi viene, addirittura, da difenderlo. Dai preti arricchiti.

Così, fra me e me. Cristiano. In preghiera.

#boycottottopermillechiesacattolica

 

 

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