Putin, l’ultimo Crociato
Martedì 31 maggio – Khristòs Anesti – dalla Calabria
Dal trono che, in uno dei più antichi monasteri ortodossi del Monte Athos, fu riservato agli imperatori bizantini, Putin, l’ultimo Zar di tutte le Russie, si conferma apostolo di Cristo e difensore della Cristianità. Baluardo contro l’islamizzazione progettata a tavolino da chi pretende di meticciare l’Europa e il resto dell’Occidente anche nella Fede, oltre che nelle carni e nell’identità. Da chi crede di poter cancellare indegnamente l’unico messaggio d’Amore che l’Umanità tutta abbia abbracciato con l’abbandono fiducioso ad un Dio di Misericordia e Pace. Quel Dio che, ancora oggi, è messo di nuovo in croce dal demonio umano, presunto signore della Terra. Gesù Cristo, che pesa sulle coscienze colpevoli quanto un macigno per la Sua leggerezza e semplicità. Gesù, Padre dell’Occidente moderno, che detta un solo comandamento: Ama il tuo prossimo quanto ami te stesso.
E’, dunque, dall’amore verso se stessi che bisogna partire, per definire il progetto di Dio, nato con la Creazione. Dalla coscienza di sé, e la scelta di sé. Dalla conferma della consapevolezza di essere figlio e fratello del Creatore, parte di quel Cristo che, Dio e Uomo consapevole della propria divinità, affrontò la menzogna, l’accusa, la condanna, il supplizio e la morte, per diventare Esempio, Via e Vita per tutti noi.
Quel Nazareno innocente, al quale, 2000 anni dopo la colpevole crocifissione, sputiamo in faccia il nostro rifiuto, l’odio, per dabbenaggine, ignoranza e comodo silenzio complice delle mille nefandezze di chi sta tentando di cancellarcelo dal cuore, Gesù, per installarci il nulla. La finta bontà, forse. Travestita di stupido buonismo, che si alimenta di esteriorità e recide le profonde radici della carità cristiana, cosciente e devota.
Putin, del messaggio cristiano e di Gesù Cristo, ne ha fatto missione! E la sua visita ai santi monaci ortodossi del Monte Athos, in Grecia, luogo santo e benedetto per eccellenza nel panorama cristiano, ne è la conferma! Una devozione alla Fede unica, inscindibile e antica, con la speranza, la certezza, di una benedizione che arrivi direttamente dal Cielo. Che, sull’Athos, tocca la Terra e la sposa. Putin che salva i cristiani nelle terre invase dagli infedeli assassini e regala loro la speranza di un futuro libero e pacifico.
Quello stesso Putin che parte per le zone di guerra e stabilisce personalmente le strategie, la tattica, per debellare quel terrorismo islamico, che è armato non solo di kalashnikov e coltelli, ma, anche e soprattutto, di parole e preghiere di morte.
Putin che da lezioni ad un’Europa serva della peggiore massoneria americana, senzadio e senza morale. Questa Europa cafona, la quale si spoglia della propria ultramillenaria Identità, fatta di Arte e Cultura, Filosofia e Scienza, per farsi invadere confusamente da hotdog e kekab, da salsicce di porco americano e panini con frattaglie di montone. Per farsi meticciare fin dentro l’anima senza opporre una benché minima resistenza. Convinta, forse, che il dio degli islamici sia misericordioso quanto Gesù.
Ma Gesù è Dio. Il resto è vento del deserto. Furia e carestia insieme.
E Putin, ultimo Crociato, questo lo sa.
Fra me e me.