Voglio essere Berlusconi!
Giovedì 29 settembre 2016 – Santi Arcangeli Michele Gabriele Raffaele – Redazione SUD, Calabria
Già! “Voglio essere Berlusconi!”
Era l’ultimo pensiero della sera, della notte. Nel buio della cameretta di ognuno dei milioni di ragazzi speranzosi, in ciascuno dei milioni di palazzi a tanti piani, di ognuna delle mille e mille città di tutta l’Italia. Il silenzioso pensiero ottimista di chi non lo chiamava sogno, ma progetto. Perché, grazie a Lei, Presidente, gli Italiani hanno ripreso a progettare, a pianificare, a costruire un futuro che si era appannato negli anni tristi della fine della politica.
Ci avevano staccato la spina dall’interno, e all’estero brindavano in attesa dei funerali del BelPaese. Lei ha curato un’Italia malata di malinconia e abbandono. Lo ha fatto da Italiano. Rimboccandosi le maniche. Dando l’esempio buono. Rischiando, anche. Probabilmente sapendo quale sarebbe potuto essere la fine di un progetto così temerario: tutti i Grandi la conoscono. E non la temono.
Voglio essere Berlusconi! non è sembrato impossibile.
A nessuno dei giovani italiani “normali”. Uno, importante prima di Lei, aveva una laurea in ingegneria. Ma non era certamente un idolo per i figli della povera gente. Anzi! Lei, invece, Caro Silvio, ci ha concesso, con affettuosa umiltà, di chiamarLa per nome. E darLe del Tu! E quella confidenza, così spontanea e naturale, ha permesso a tanti figli di quei quartieri, apparentemente senza avvenire, di farcela! E di poter incorniciare la foto dei propri genitori in bei portaritratti d’argento. Di poter garantire ai propri vecchi una stanchezza assistita. Nobile. Eh, sì! Perché quella familiarità col Suo ottimismo li ha caricati, li ha rafforzati, sostenuti. E resi vivi. Attivi.
L’Italia ha conosciuto gli anni migliori proprio con Lei. Ha rinfrescato il Tricolore con un colore in più: quello lucido e scintillante dell’ottimismo. Così luminoso da far impallidire ogni altro vessillo d’Europa. Così limpido da causare i più profondi e mefistofelici odi. Le più sataniche macchinazioni.
Milioni di Italiani si sono avvicinati a Lei. Affiancati. Perfino fraternamente abbracciati. Si sono consegnati, con fiducia e speranza. E non hanno avuto torto. La loro – la nostra – vita è cambiata. E – genio! – Lei ci ha messo in condizione di cambiarcela da noi, giusto perché potessimo provare una soddisfazione in più! Per questo, e tanto altro, gli Italiani La amano ancora. Anche coloro i quali, oggi, sono distratti dalla povertà che i golpisti Suoi nemici hanno seminato su tutto il Paese.
L’Italia non dimentica il bene ricevuto. A volte si abbatte un po’. Ma sa che, in fondo, “Ha da passà ‘a nuttata!”
Lo aveva fatto con Benito Mussolini. E per rimpiangerlo ci ha messo mezzo secolo. Con Lei, i tempi si sono ridotti a pochi mesi. Ci manca, Caro Presidente Berlusconi. A prescindere dal programma politico o dal Partito (di Destra e Centrodestra, chiaramente) d’appartenenza. Il Suo legittimo silenzio “sanitario” dovrebbe finire: questo Paese ha ancora voglia di Lei. Ha necessità di un Amico fidato.
Nel giorno dei Santi Arcangeli, dunque, oltre agli auguri di Buon Compleanno, Le giunga l’esortazione a riprendere posto sull’unico piedistallo sicuro che si è guadagnato senza fatica: il cuore degli Italiani!
Sì, Buon Compleanno, Silvio!