La “Shoah” delle Donne
Venerdì, 17 marzo 2017 – San Patrizio – a casa, in Calabria
Arrestato ieri, a Cirò Marina, il presunto assassino di Antonella Lettieri. Una brava ragazza, a detta di tutti, Martire della follia di un lucido omicida.
In attesa di giudizio, centinaia di altri “presunti” e accertati. Nelle gabbie delle nostre galere, altre centinaia di definitivamente condannati scontano la pena. A volte giusta, a volte fin troppo leggera.
Ma…
Molte, troppe Donne sono volate via nel silenzio di chi sa e non dice, impedendo che giustizia sia fatta. Altre Donne sono state sacrificate, agnelli innocenti, sull’altare di un macismo ottuso, sordo, ipocrita, di facciata e non di sostanza, di sostanza oltre che di facciata, e aspettano, dal mondo a fianco, che il caso o la fortuna svelino il nome di chi Le ha private della vita. Altre, continuano a vivere, sfigurate dall’acido e dalle cicatrici, segni indelebili delle offese ricevute, mentre gli aguzzini fiorettano coi codici della Legge. Ancora Altre portano avanti un’esistenza ingellata di paura e minacce continue, che, troppo spesso, anche certi rappresentanti delle Forze dell’Ordine prendono sottogamba… Purtroppo…
Molte figlie, mamme, mogli hanno pagato per la gelosia, la possessività, il gioco, la rabbia, l’arroganza, la brutalità di maschi senza scrupoli che, ancora oggi, nel Terzo Millennio dell’era Cristiana – Tempo d’Amore e Fratellanza, di Civiltà e Progresso, di Democrazia e Consapevolezza (?) – credono di essere unici padroni del mondo e dei suoi abitanti. Uomini bruti, pur figli di Donna, che, della Donna, odiano la genialità, la capacità organizzativa, la sensibilità, la bellezza, la potenza, la grazia e l’ironia. Odiano, in ogni Donna, la propria Madre, Donna fra le Donne.
Si lavano le coscienze con “camionate” di mimosa, l’otto marzo; con vagolate di cioccolatini e cuoricini di peluche, il 14 febbraio; con azalee e bacini, la prima domenica di maggio; si inchinano davanti alla Santa Vergine e/o se La caricano sulle spalle per portarla in processione (devozione alla Madre di Dio, o voglia di mostrarsi ai fedeli ammassati sui marciapiedi?). Passeggiano, fieri della “propria scelta”, la domenica all’uscita della messa (e senza essere entrati in chiesa), con la moglie stretta in un abbraccio padronale e la prole sparsa ai piedi, che conferma quanto il pisello del Rex abbia prodotto e possa ancora produrre. Parlano fra loro delle proprie compagne, bagnati dai sudori delle palestre e nei silenzi complici delle docce, dove si misurano (in centimetri) le rispettive intelligenze, come se, Chi li aspetta a casa, fsia una sorta di schiava in attesa dell’ordine di vivere. Sbruffoni, vanagloriosi, finti, se, poi, lontani dal mondo esterno, sanno piangere per farsi accettare o perdonare proprio da quella donna che tanto invidiano e, spesso, odiano. Salvo, nei momenti della rivalsa, mettere in conto ogni lacrima ipocritamente versata.
Machi non Uomini. Cretini di una specie che non conosce razze e religioni. Stupratori di corpi e di anime, che nello stupro e nell’omicidio cercano la risposta alla propria inadeguatezza. Alla propria dabbenaggine. Alla propria inutilità. Alla propria impotenza.
Cosa di più bello, del saper condividere con Chi ci mette al mondo, ci ama, ci regala la gioia di fare Famiglia, ci onora del dono della paternità, ci cura e ci accompagna con abnegazione fino al nostro ultimo raggio di luce? Cosa di più santo, dell’abbandonarsi alla Loro completezza, senza neanche provare a “costringerle” a cambiare punto per compiacerci.
Dopo averle costrette a rendersi ridicole con labbra, seni, volti e corpi di gomma per piacerci, adesso arriviamo a buttarle via come bambole a cui stacchiamo la testa e le braccia. Infanti non risolti.
E, forse, certe responsabilità sono, purtroppo, anche di certe mamme che educano i figli ad essere “troppo” maschi. Una bambola, ogni tanto, non farebbe male.
fra me e me
(Shoah, dall’ebraico: Tempesta devastante…)