Salvini di Calabria, u Bravu Figghjiolu
Sabato 17 marzo 2018, San Patrizio – a Casa Spirlì, in Calabria
E dai, su, chi se l’aspettava che il Capo della Lega sarebbe entrato per la prima volta in Senato a rappresentare la Calabria?
Eppure…
Matteo Salvini varcherà la soglia di Palazzo Madama da “calabrese”, voluto e votato dalla Gente della punta estrema del Sud del Sud. Una follia il solo pensarlo, fino a meno di un anno fa. Un incubo per alcuni. Una soddisfazione per tanti, a partire dal neoeletto deputato Domenico Furgiuele, Coordinatore Regionale della Lega in Calabria. Una gioia per chi scrive.
Di Salvini mi piace l’amore per l’Italia, nudo di quel “patriottismo sentimentale” di certa Destra ormai incartapecorita; mi piace la tutela dell’Identità Italiana, senza se e senza ma; mi piace la difesa dei diritti dei lavoratori, dei pensionati, dei malati, dei disabili, delle famiglie; mi piace la Fede dichiarata, esibita perfino! Mi piace la dolce rudezza, la rude dolcezza quando parla della sua famiglia. Con timidezza, a volte, ma coperta da una spessa corazza di “maschità”, ormai svanita in un Paese confuso dai mille generi da striscione.
Mi piace che rispetti i patti. E anche l’onore che riserva a chi ha stretto la mano. E mi piace sapere che questo Centrodestra, che sembrava sfrangiato e perduto, sia in mani sicure. Con la benedizione di un Padre Nobile che ha saputo rinverdire il mito dell’Araba Fenice.
Mi è piaciuto sentirgli dire, anche gentilmente alterato, “non vengo a salvarVi”, quando qualcuno gli ha gridato “Salvini, salvaci!”. Mi è piaciuto quel suo “lavoriamo insieme”.
Ecco perché, detto fra noi, come poche volte, oggi sono felice del segno X che impresso sulle schede elettorali. Non volevo un salvatore, ma un compagno di cammino.
Benvenuto, Presidente!
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