Cara Rita,
Venerdì Santo 2018 – a Casa Spirlì, in Calabria
Cara Rita, quanto dolore per Te, in questi giorni senza Dio sulla Terra. Quanto soffocante silenzio, in questo mondo rumoroso. Quante malinconiche distanze… E quanta nobiltà d’animo. Quanto garbo, Amichetta mia adorata.
Non parli. Non dici. Non chiedi. Forse, non Ti aspetti di più. Eppure…
Stanotte, a tu per tu col SS. Sacramento nel Suo dolorosissimo Sepolcro, nella chiesa del mio paese, Gli chiedevo se fosse, poi, giusto ammantare il dolore, per timore, magari, di essere fraintesi; di disturbare, forse. Gli chiedevo, con una lacrima temeraria che ha voluto per forza velarmi lo sguardo, come potesse essere possibile ottundere un sentimento così potente come l’Amore. Per Te, Tesoro mio, lo chiedevo. Perché penso di sapere cosa Tu stia provando.
Regale e umile, Ti sei messa da parte. Hai scelto un angolino, all’ombra della dignità, per patirTi la Tua pena. Hai steso un tappeto di misericordia sul sentiero verso la Luce. “Gli” hai steso quel tappeto. Confermando quello che tutti sappiamo. Non muore mai, l’Amore. E, più tace, più vive. Il Vostro, Rita mia, lo abbiamo respirato, accompagnato e risperato…
Mille e mille cose vorrei e potrei dire, ma, sai, preferisco venire a farTi compagnia in quell’angolino. Patirò con Te. In due, se Dio vuole, si soffre meno…
#RdC #LAmorenonmuore