Matteo Salvini show
Venerdì, 16 novembre 2018 – da Casa Spirlì, in Calabria
Ne parlano tutti male, gli snob frollati dei salotti intellò e quelli incartapecoriti delle muffe televisive: lo odiano, perfino! Eppure, non vedono l’ora di aggiudicarselo, l’antipaticissimo Ministro degli Interni. Quel ragazzone “fascioleghista”, razzista e postpadano, protagonista suo malgrado delle peggiori vignette della storia della satira disegnata, italiana, europea, mondiale! Anche solo “per un passaggio”, lo vogliono. Per un minutino. Un attimino. Giusto un selfie. Sperando di fare il colpaccio, magari con una rivelazione intima, privata, “di famiglia”. Darebbero le chiappe, pur di vederselo seduto di fronte su una di quelle poltronacce da scenografia domestica o da fintume televisionario.
E, quando capita che “il Capitano” dica Sì, c’è chi se lo spupazza – manco a dirlo, la strasolita prima della classe – incorniciandolo di tette (personali) e curve d’ascolto (di redazione) scritte in oro catodico. Chi lo spennella, sornione, in notturna, credendosi ancora e sempre papa delle onde tv. Chi vorrebbe smontarlo pezzo dopo pezzo in prima serata da 4%, ma che si accontenta di pallidi tentativi di aggressioni verbali, perché sa perfettamente che, con un passaggio di Salvini, risistema la media annuale dell’audience del suo formattino calato dall’alto. Dall’ex alto…
Poi, ci sono i paraculi dell’ultima rete stalinista, che lo immergono fra i marmocchi, sperando che i ragazzini lo pelino e, invece, finisce che ingoiano il velenoso rospo della simpatia della negretta che “Salvini le piace pure”…
Insomma, più della Loren dei tempi de La Ciociara; più e meglio di un colpo di telefono del papa polacco; senza paragone con il pur sempreverde Berlusconi. Manco a pensare al pinocchietto fiorentino. Forse, quasi come se tornasse Mina.. Matteo Salvini vale più della figurina del Feroce Saladino. Se ce l’hai, “hai svoltato”! Se accetta di passare da Te, esisti!
E lui, The Paraculs, lo sa. E si centellina. Si dosa.
Preferisce autoprodursi e autoriprodursi onanisticamente col suo cellulare. Ed è da lì, dal coso che porta in mano, che annuncia decreti, leggi, editti e vaffanculi. È dal telefonino, che cambia numero ad ogni luna, che va in onda il Matteo Salvini Show. Senza autori, registi, truccatori e scenografi.
Giusto il Buddha dell’etere, il Mastro Universale del tolcsciò fintospontaneo, l’eterno Maurizio Costanzo, riesce ad averlo “nature”, e, direi, quasi impacciato; e farlo cantare. In tutti i sensi. Potere del baffo!
Ad ogni buon conto, il buon VicePremier al gusto di risotto e cotoletta sa il fatto suo: ne parlino, i “colleghi” giornalisti, i “colleghi” politici, i “colleghi” a prescindere. Lui, quale che sia la categoria, è sempre pronto a mediare e a “collegarsi”. Alla faccia del napoletanino incazzoso quasi come una vecchia checca tanata, che, ad ogni respiro, semina nuove inimicizie. E quelle, all’ora delle urne, contano…
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