Quel velo che oscura la Libertà
Venerdì, 30 settembre 2022 – San Girolamo – da Casa Spirlì, in Calabria
Non difende, offende, quel grottesco schermo nero! Se solo lo capissero tutte, le donne che lo indossano! Se solo si rendessero conto che non è occultandosi al mondo, ma ad esso consegnarsi, che celebrerebbero la loro importanza nel Creato! Maledetta sia l’ignoranza, e lo sia anche l’isolamento imposto!
Anni fa mi occupai già di questa bruttura, di questo orrore sociale. Già, orrore: perché quel velo non è solo un indecente e sciocco indumento, ma una imposta e paradossale regola di vita, che non può nemmeno essere chiamata “filosofia di vita”. È uno strumento di coercizione e tortura. Che corrisponde alla manipolazione dell’anima e della mente di donne e uomini; alla cancellazione della speranza, della volontà, dei sogni e dei progetti di vita; alla presunzione di una moralità che di morale non ha nulla. Anzi!
Sotto quei milioni di chilometri di tenda nera, vegetano senza vivere milioni di donne plagiate e schiavizzate. Picchiate. Ammazzate nello spirito, perfino. E, spesso, nelle carni. Vendute e comprate ancora bambine e trasformate in mogli e madri nell’età del gioco e dell’innocenza. Sverginate della loro femminilità da consumatori seriali che si “ingiuriano” mariti, convincendosi di esserlo.
“Sfemminate” a colpi di rasoio e ricucite con spine di acacia, in rituali selvaggi e arretrati di mille anni e più. Devastate nella loro Libertà di poter piacere senza sfregi. Annichilite nella gioia dell’istruzione liberatoria.
Trasformate in chili di carne muta di proprietà di altri. E convinte che sia bello così, buono così, GIUSTO così… Un macabro GIUSTO così!
È consolante, vedere che tante fra loro si stanno ribellando! Consolante vedere veli incenerire per le strade. In ogni luogo. Ad ogni costo.
Ogni Libertà, del resto, pur addolorando, chiede Esempi. Eroi, Donne e Uomini! E agli Altri, a NOI, tocca seguirli, quegli Esempi, affiancarli, condividerli, perpetuarli.
Questo volevo ribadire.