Ma nel Pd, radicali e cattolici teodem che c’azzeccano?
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La presenza nelle liste del Partito Democratico di esponenti radicali? «Se sono coerenti non dovrebbero firmare il programma e non dovrebbero candidarsi rinunciando alle loro idee», così ha parlato il ministro della famiglia Rosy Bindi intervistata da “La Stampa”. Ha messo le mani avanti in vista dello sbarco delle truppe pannelliane nell’armata di Veltroni. E ha aggiunto che il programma del Pd non è soggetto a modifiche: «A proposito di testamento biologico, diritti dei conviventi, 194, ci sono scritte alcune cose e sono stati messi punti e virgole pesanti. Non è che se uno si candida con noi può permettersi di firmare quel documento e il giorno dopo in Parlamento presenta robe che non hanno niente a che fare con quanto stabilito». Poi la Bindi ha invitato Emma Bonino… ma anche la teodem Paola Binetti… a “limitarsi”, anche peché è meglio «tenere fuori dalla campagna elettorale temi così importanti e delicati per la vita delle persone». Un altolà e un avvertimento insomma, perché il clima nel Pd è diventato rovente. La convivenza fra cattolici e radicali, nel Pd, si annuncia difficile, inutile negarlo. Pannella del resto “avverte” la Binetti e dice a Veltroni: «Walter fatti coraggio, io il presidente della comunità di Sant’Egidio Riccardi l’avrei già invitato, poi il problema è suo. E la Binetti stia attenta perché ho un elenco lungo così della Chiesa che sta diventando chiesa del silenzio». Noi chiediamo che ci
sia Riccardi e magari anche monsignor Paglia, che forse accetta e siamo stati i primi ad aver candidato una suora in Parlamento, suor Marisa Galli, hai capito Binetti?». Voi che cosa ne pensate di questa “convivenza”, reggerà?