[photopress:giornale.it.jpg,thumb,alignleft] La notizia pubblicata sul Giornale.it e sul Giornale è di quelle che fa riflettere, in tempi di grandi battaglie sulla libertà di stampa, soprattutto da parte della sinistra e dei giustizialisti a tempo pieno. Per qualcuno pare esserci, in questo Paese, libertà e libertà: dipende dalla parte politica, insomma. Così si scopre che – a meno di pensare naturalmente a un disguido tecnico… –  nella biblioteca civica “Renato Bortoli” di Schio, in provincia di Vicenza,  l’accesso al sito del Giornale.it non è consentito: vietato. Come avviene per un qualsiasi sito pornografico… “Anomalia” segnalata da alcuni lettori che si sono indignati per questa “zona vietata” al libero pensiero: vietato leggere le idee e l’informazione del Giornale.it, una voce “stonata” rispetto al pensiero unico della sinistra. Qualcuno a Schio ha paura delle nostre idee? Ha paura del dibattito, sale del confronto politico? Eppure il Giornale.it è stato il primo quotidiano on line a dare la parola ai lettori (di destra e di sinistra) con la possibilità di commentare tutti gli articoli on line. Web-piazza di confronto  e partecipazione,  una vasta community che fa opinione.  Lettori che ringraziamo e per i quali lavoriamo ogni giorno. Negare l’accesso al sito significa negare la libertà di parola a chi vuole leggere, informarsi e scrivere. Negare questo è negare un principio alla base della democrazia. E non è poco.
Ora aspettiamo una risposta dal sindaco Pd di Schio, Luigi Dalla Via, e dal responsabile della biblioteca civica perché sia ripristinato il diritto alla libera informazione, sperando che si sia trattato solo di un disguido tecnico e non “politico…”.

La risposta della biblioteca: “Nessuna censura ma problemi di filtri automatici antipornografia, da noi si legge anche il Giornale cartaceo”

A Schio (a differenza di altri luoghi dove appena gira il vento scatta la repressione, cfr. il significativo esempio del sig. ceramista sassuolese) la libertà c’è, garantita, ed è libertà vera, per tutti (anche per chi è ignorante o in malafede ed in ogni caso si permette di insultare aprioristicamente in modo scomposto e rabbioso, come più di qualcuno/a ha fatto su questo stesso blog). A chi lo mette in dubbio non possiamo che rivolgere l’invito di venire a trovarci e verificare di persona. La non-notizia che abbiamo letto lascia amareggiati e interdetti. E spiego subito il perché. Accedere al sito Giornale.it dai computer della Biblioteca Civica di Schio, così come da quelli degli altri servizi comunali dedicati ai giovani ed alle nuove tecnologie, è naturalmente possibile, così come lo è per qualsiasi sito di qualsiasi altro quotidiano. Non solo: per facilitarne la consultazione abbiamo creato un’apposita sezione – “Eureka” con i link ai siti come ipse.com. che collegano ad oltre un migliaio di periodici ed a ben 151 giornali (Giornale.it naturalmente c’è, così come c’è da sempre, nella nostra biblioteca, l’edizione a carta de Il Giornale, e ci mancherebbe che fosse il contrario).

Sul caso specifico la spiegazione è presto detta: l’attivazione automatica dei filtri antipornografia che bloccano l’accesso quando vengono individuate particolari parole. Una misura che non è affatto illiberale per un servizio pubblico (valuteremo se così com’è è troppo rigorosa, già avevamo preso in considerazione il problema) ma che è invece indispensabile e fondamentale per garantire il corretto uso di internet, tutelando i navigatori minorenni: i filtri sono stati introdotti a  loro tutela in un’epoca in cui avvenivano adescamenti on-line, tanto per dire, altro che “censura rossa”: bisognerebbe talvolta anche cercare di informarsi prima di sparare disinvolte e livorose insulsaggini o allestire patetici tribunali pseudopopolari. Così quando un quotidiano fa uso, nei titoli o nel testo, di termini riferiti al porno e dintorni cala inevitabilmente un filtro elettronico di tutela: ma questo non riguarda questo quotidiano elettronico più di quanto non riguardi gli altri, di qualsiasi tendenza politica essi siano. Ci dispiace che qualche utente della biblioteca abbia potuto credere che ci fosse dietro il problema una qualche intenzionalità. Anche perché, chi conosce la biblioteca di Schio, sa l’impegno con cui abbiamo sempre cercato di mettere a disposizione degli utenti tutte le testate consentite dal nostro budget proprio perché crediamo ciecamente nella libertà di informazione: e la cosa è ampiamente riconosciuta da tutti i cittadini di Schio, di ogni tendenza politica. Lasciamo la polemica a chi la vuole fare, ma non accettiamo insinuazioni sulla serietà e la professionalità di chi lavora in una biblioteca nota e apprezzata non solo in provincia di Vicenza, ma nell’intera regione. Per dimostrarlo basta guardare gli scaffali della nostra biblioteca, sui quali sono presenti ogni giorno, accanto alle quasi quattrocento riviste, venti testate di giornali quotidiani. Non abbiamo mai negato e mai negheremo la libertà di parola o l’accesso all’informazione. Però, perché questa sia davvero il sale della democrazia, serve anche la correttezza dell’informazione. E la disponibilità a verificare in modo approfondito come stan le cose ed a confrontarsi civilmente. Disponibilità che purtroppo, in questo caso, ci sembrano mancare.
Massimiliano Marangon
Direttore Biblioteca Civica R Bortoli Schio

Ringrazio il dottor Marangon per le precisazioni che ha scritto. Diamo a Cesare quel che è di Cesare…