Mentre il Pd esulta per la vittoria di Fassino alle primarie di Torino (una quasi non notizia, visto che il rischio trombatura davvero non c’era), a Napoli il Pd balla sotto il vulcano (non il Vesuvio) politico innescato tanto per cambiare da Tonino Di Pietro e dall’altro ex pm Luigi de Magistris che si è candidato a sindaco.  Proprio così, nel miglior stile dei fratelli coltelli così caro al centrosinistra: candidatura lanciata ad personam con una video intervista sul sito del mensile Micromega.

Ovvio che il Pd non abbia gradito, come ha sottolineato duramente il commissario piddino inviato a Napoli dopo il disastro delle primarie, Andrea Orlando: “Metodo inaccettabile”, scelta unilaterale, regalo al centrodestra…”. Parole dure che però per ora sono suonate a vuoto. Già, perché il buon Tonino Di Pietro ha subito invitato (intervistato da Affaritaliani.it)  il Pd “a valutare la candidatura dell’ex pm senza contrapporgliene altre”.  Tonino a fianco dello scomodo De Magistris insomma, con prima uscitanapoletana ovviamente rivolta all’amata “società civile” e apartitica. Insomma partenza in corsa con l’appoggio girotondin-giustizialista e delle piazze. Come agitare la muleta rossa al toro (Pd) nell’arena…

Ed è solo l’inizio, perché per ora il Pd tace su eventuali candidati sindaci dell’Idv nel resto d’Italia. Cosa che Tonino non manda proprio giù, anzi, usa la conventio ad escludendum piddina come una clava per rilanciare sul piatto delle trattative (difficili) in caso di elezioni politiche anticipate il peso dell’Idv e delle sue iniziative che stanno spaccando ulteriormente  i democratici, alle prese con più di una grana, inclusa quella davvero grossa dei referendum di primavera: legittimo impedimento, nucleare, acqua.

Il vulcano ribolle ed è rischio eruzione, insomma. Sentite l’ultima di Tonino: “Se ci saranno le primarie per le politiche anche l’Idv avrà un candidato: e potrei essere io”. Bersani è avvisato, non bastava Vendola…

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