[photopress:pisapia_e_vendola.jpg,thumb,alignleft]Mentre il segretario dei democratici Bersani esulta per la “vittoria” del suo partito, Nichi Vendola, il leader di Sinistra e libertà, sventola la bandiera di Pisapia e lancia subito un’opa sul Pd. Vuol passare all’incasso, l’ex pupillo di Bertinotti, ha capito che il Pd è in difficoltà, “pesa” i voti dei suoi candidati e quelli di Sel per dettare l’agenda ai piddini. Ed esce allo scoperto chiedendo che si facciano subito le primarie nazionali per scegliere chi schierare contro Berlusconi alle elezioni politiche. Così per il centrosinistra si riapre un capitolo delicato, non bastasse la voglia di lanciare Romano Prodi nella corsa al Quirinale (ma Napolitano non pensa a un suo secondo mandato, come si dice in giro?).

“Bisogna smetterla di attendere e rimettersi in moto” dice Vendola in un’intervista al Fatto Quotidiano. Bisogna preparare a livello nazionale “una proposta autonoma, un’agenda e un leader che lanci la sfida” al centrodestra per governare. “Se Bersani dice che le primarie sono ancora premature – attacca il governatore della Puglia – io dico invece che prima si parte e meglio è, come dimostrano queste elezioni”. “Oggi la mia priorità sono i ballotaggi” e “non voglio porre petulanti ultimatum” ma “è dall’estate scorsa che chiedo di aprire un cantiere con la società civile”.

Richiesta comunque perentoria, la sua, spiegata anche da quello che ha detto al Mattino di Napoli, perché  Sel è diventata il secondo partito del centrosinistra, “superiamo il 10% a Bologna, l’8% a Gorizia, a Cagliari siamo al 7%, a Torino quasi al 6%”. E rivendica il successo del suo uomo, l’avvocato Pisapia, a Milano. Poi aggiunge:  “Il centrodestra  mi sembra oggi un raggruppamento di pugili suonati, incapaci di gestire una crisi che gli scoppia tra le mani. Arroganti e incapaci”. Con queste amministrative, “si è aperta la partita del futuro”, c’è stata “una straordinaria scossa democratica: l’Italia si è spostata a sinistra e ci sono buone ragioni per pensare, come si diceva nel ’68 francese,  questo è solo un inizio“.

Dopo la rivendicazione del merito aver contribuito a spostare l’Italia a sinistra, Vendola aggiunge che bisogna smetterla con il “dogma” di chi dice che ‘si vince solo al centro’. “Questo voto – sottolinea il leader di Sinistra e libertà – dimostra che le velleità esoteriche sull’ineluttabilità degli accordi politici non valgono un tubo”.

“Avanti tutta sinistra” è il grido di battaglia vendoliano, insomma, e i centristi, i terzo polisti si arrangino, al massimo possono giocare, par di capire, un ruolo di mosche cocchiere, di comprimari al grande tavolo della sinistra. Con buona pace dei vari Casini, Fini, Rutelli, anche dei cattolici del Pd che hanno velleità e progetti centristi da Fioroni in giù. Perchè “agenda Vendola prevede una sola cosa: il ribaltone dal centro-sinistra alla sinistra-centro. Con buona pace del sorridente Bersani che deve fare i conti con lui. Tutto il resto è poesia (politicamente parlando), come quella della vulgata su “Pisapia il moderato”: tranquilli, l’avvocato di sinistra-sinistra, dirà e fare cose di sinistra-sinistra solo se vincerà il ballottaggio con la Moratti. Allora i milanesi capiranno…

Ecco il “nuovo progetto di Vendola e Bersani: riesumare il “defunto” Partito Comunista di Fabrizio Rondolino