[photopress:bersani_veltroni.jpg,thumb,alignleft]Non bastavano l’imbarazzante affaire Penati e il “patto di Vasto” con la stretta di mano a tre fra Bersani, Vendola e Di Pietro ha fatto subito gridare alla “rinascita” del nuovo Ulivo, subito guardata con sospetto dai dalemiani e dai veltroniani che ha fatto dire all’ex popolare:  “Sembrano le tre Grazie”. No, non bastavano. Contro il segretario del Pd si riapre il fuoco di fila degli avversari interni legato alla sua leadership e alle primarie. Così i veltroniani Giorgio Tonini, Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo, in un’intervista al Foglio, chiedono al Pd di aprire una verifica della leadership del partito nel caso in cui, se la situazione non precipitasse, si votasse nel 2013. Reazione infuriata di un gruppo di deputati bersaniani: “Una leadership forte c’è e ora la priorità è occuparsi del Paese”.

Già, perché i  veltroniani annunciano che il tema della rilegittimazione della leadership del Pd (leggi quella di Pierluigi Bersani), che poi sarà anche il candidato premier democratico in caso di primarie di coalizione, sarà posto il 10 ottobre all’assemblea di Modem, la minoranza guidata da Valter Veltroni, Giuseppe Fioroni e Paolo Gentiloni. Spiega infatti Ceccanti, “se non si andrà a votare nella prossima primavera è necessario chiedere primarie di partito da anteporre alle primarie di coalizione“. E Salvatore Vassallo: “Non è pensabile andare a votare nel 2013 senza avere prima chiesto al nostro elettorato di esprimersi sulla persona che andrà a guidare la coalizione”. Come dire: se si dovesse andare al voto anticipato, teniamoci Bersani… se si vota alla scadenza della legislaturari riapriamo i giochi. Dimezzando di fatto l’attuale leadership del Pd…

I bersaniani Oriano Giovanelli, Massimo Marchignoli, Mario Tullo, Silvia Velo, Antonello Giacomelli, Marco Carra, Gabriele Albonetti, Teresa Bellanova contrattaccano: “La mania di guardare ai rapporti interni prima che ai bisogni del paese è un limite da superare. Da questo punto di vista va ricordato e rimarcato che il Pd ha un leader forte, eletto con oltre un milione e 600 mila voti alle primarie del 2009. Al meccanismo delle primarie dunque si penserà, ma nel momento in cui bisognerà formare la coalizione di governo per dare un’alternativa all’Italia. Bisogna smetterla di guardarsi la punta delle scarpe per interessi interni, per difendere o sponsorizzare questo o quel gruppo. Tutte le energie devono essere messe al servizio degli italiani”.

E Giacomelli rincara la dose: “Mi pare che da Vassallo e Ceccanti sia venuto un contributo molto significativo alla prossima conferenza organizzativa del partito. Si potrebbe riassumere così: per scegliere la leadership del Pd si ripetono le primarie a oltranza finché l’esito non sia considerato soddisfacente da Vassallo, da Ceccanti e dai loro amici, riconosciuti custodi del ‘vero Pd’… Avevamo capito che nelle riunioni dei cosiddetti ‘caminetti’ del Pd tutti unanimemente si erano trovati d’accordo, nell’interesse del Paese, sulla necessità della ‘spallata’. Non vorrei fosse rimasto un non piccolo margine di incomprensione sul destinatario” (che si può tradurre: invece di dare la spallata Berlusconi volete darla a Bersani”.

Ennesimo scontro tra veltroniani e bersaniani che riaccende i fuochi mai sopiti di una guerra guerreggiata anche dopo che i suoi hanno lanciato il sasso, Veltroni prende le distanze e cerca di stemperare la febbre: “Ho letto sui giornali, è un’iniziativa che riguarda loro… È veramente l’ultima cosa a cui penso in questo momento, sono impegnato come tutto il partito a far girare pagina a questo paese e il 10, all’assemblea di Modem ci occuperemo delle prospettive politiche”. Ma la faida interna all’ex Balena rossa riemerge ed è foriera di nuovi scontri nel Partito Disunito: dalla ledership alle alleanze con l’ingombrante Sel vendoliano e Di Pietro o contro Casini e il Terzo polo. Come dice Veltroni: le “prospettive politiche”…

Piccola notazione. Ecco come Fioroni giudica la tre Grazie parlando a Un Giorno da Pecorasu Radio2. Visto che ha definito Berlusconi e Bossi come Braccio di Ferro – gli chiedono i conduttori Sabelli Fioretti e Lauro -, come definirebbe Bersani? “Lui è imbattibile, è il più bravo di tutti noi. Resistente e determinato, è come il tenente Colombo”. E Di Pietro? “E’ urticante”. E invece Nichi Vendola? “Vendola è più cattolico di me. Se potesse, la cosa che gli riuscirebbe meglio sarebbe fare una bella predica in chiesa”. In che senso? “Vendola ha una sensibilità e pathos perfetti per un’omelia”. Pi aggiunge a Proposito delle alleanze: “Vorrei una grande coalizione dal Terzo Polo a Vendola”, ha esordio Fioroni. Con un’alleanza così ampia, non c’è il rischio di dissidi interni? “Intanto facciamola e vinciamo le elezioni, poi dopo litighiamo…”. E chi dovrebbe essere il primo vostro alleato? “Iniziamo con Casini”. Ed è sicuro che Vendola e Di Pietro saranno d’accordo? “Intanto iniziamo, poi vedremo se non vengono…”, ha detto Fioroni. Che ha aggiunto: “tutti insieme dovremo essere d’accordo su un programma, non di 300 ma di 3 pagine, che spieghi agli italiani quello che vogliamo fare e in che modo vogliamo farla”. Casini con Vendola pur di abbattere il Cav, poi litigano dopo… come programma di governo è il massimo per il Paese e per i mercati…


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