[photopress:boeri_e__pisapia.jpg,thumb,alignleft] E così a Milano il dream team, quello della vittoria arancione e della conquista di Palazzo Marino esaltata da Vendola, si è rotto dopo neanche cinque mesi: il sindaco Giuliano Pisapia ha sfiduciato l’assessore alla Cultura, l’archistar Stefano Boeri che non ha potuto far altro (per ora) che rimettere le deleghe di Cultura, Moda ed Expo. Brutta lite, sancita da un comunicato ufficiale partorito da Palazzo Marino con toni ultimativi, da scomunica che tra l’altro recita: “Il bene più prezioso è la collegialità del lavoro della squadra di Governo di Milano, collegialità che è stata infranta più volte da parte di un solo assessore”. Toni durissimi, considerando che Boeri non è un assessore qualunque, è l’uomo su cui aveva puntato il Pd alle primarie, sconfitto da Pisapia. E’ l’uomo predestinato a diventare vicesindaco, su cui è calato subito il “niet” di Pisapia. E’ l’uomo che ha avuto ben 12.861 preferenze. E’ l’uomo che ha “disegnato” l’Expo… Insomma, uno schiaffo al Pd, non solo quello milanese che di recente proprio Boeri aveva invitato a rinnovarsi, a “riemergere” dal vecchio modo di far politica e che il partito aveva quasi preso a pesci in faccia indebolendolo anche agli occhi del sindaco.

Così il “vento cambiato” ha per ora partorito un clamoroso diktat con toni quasi da Cominform. Pisapia invoca la collegialità ma dà segnali di nervosismo, comprensibile dopo le vicende dell’eco-tax da 5 euro che si dovrà pagare per entrare in centro a Milano, nella cerchia dei Bastioni, con l’auto e dopo la rapida retromarcia sul blocco delle auto in centro prima annunciato con clamore di trombe e tromboni per evitare sforamenti nei livelli di smog dell’aria e poi ritirato all’ultimo minuto… Vicenda imbarazzante, che si somma allo scontro con Boeri non tanto sulla collocazione del Museo di Arte Contemporanea previsto fra i grattacieli di City Life, quanto sul bastone di comando dell’Expo 2015, che vede il Comune ridotto al solo ruolo di controllore mentre il regista ora è Roberto Formigoni. Accusa che il sindaco rosso-verde-arancione non ha gradito. Altro che “personalismi”, altro che “posizione non politica”… Vedremo se se il dream team partorirà un papocchietto “per salvare la faccia” al Pd… Pare di sì, basta poco a capirlo, ecco quello che dice a Repubblica proprio Boeri: “Nel modo in cui faccio politica ho portato molto del mio lavoro: un progettista lavora spesso in solitario. Ma capisco che la mancanza di collegialità in una giunta sia un errore. E di questo mi scuso, con il sindaco e con i miei colleghi. Il mio interesse più grande, però, è che non vada persa quella straordinaria eccezione che, qui a Milano, Pisapia e io abbiamo rappresentato, dimostrando che alle primarie vince il migliore, e che chi le perde può mettere a disposizione il suo talento per una sfida comune”.

La verità è che il cemento dell’antiberlusconismo usato per mettere in piedi una riedizione meneghina dell’Ulivo, non tiene. Che i programmi non sono poi così condivisi e l’Ulivo alla milanese ricorda quello alla bolognese di Prodi.  Così a Bersani non resta che dire ai suoi: “Almeno non rimettiamoci la faccia….“. Direi che è troppo tardi, Pisapia ha spento le luci a San Siro (come ha fatto Vecchioni con la consulenza da 220mila euro per fare il presidente del Forum delle Cultura a Napoli), fra nuove tasse e balzelli che pesano e peseranno sui cittadini, decisionismo ad personam contro chi esterna fuori dal “cerchio” dei pisapiani doc installati a Palazzo Marino. Se Milano doveva essere un modello per il governo nazionale a guida “sinistra”,  questa vicenda ha dimostrato che non reggerebbe. Come volevasi dimostrare… Non bisognava aspettare che la sinistra tornasse a guidare la città dopo vent’anni per capirlo. Il vento nuovo che soffia a Milano è quello della bufera…

IL FINALE DELLA STORIA…

Il papocchietto finale: niente Expo, Boeri dimezzato… Il sindaco Pisapia ha incontrato l’assessore Stefano Boeri a cui ha riconsegnato le sole deleghe a Cultura, Moda e Design. Per l’architetto niente delega all’Expo, che verrà invece gestita da un comitato interassessorile.

Pd “garante” del comportamento di Boeri, ma avverte Pisapia… Prima della decisione finale, Pisapia ha fatto un “giro di consultazioni” nella maggioranza incontrando anche il Pd. Sono state – come riporta l’Ansa – due ore di confronto con i 20 rappresentanti democratici che si sono fatti garanti del comportamento futuro dell’assessore rientrato in squadra. “Saremo controllore rigoroso della lealtà e del rispetto della collegialità” da parte di Boeri, sono state al termine le parole del capogruppo Carmela Rozza.
Accade a Milano, Italia, allineati e coperti… ma pronti allo contro, perché il Pd “avverte” il sindaco chiedendo che “riparta una nuova fase con più collegialità nelle decisioni e nella comunicazione”. Insomma, la toppa è stata messa, i problemi restano, l’ennesima figuraccia pure…

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