Vendola sgambetta Bersani, effetto Pisapia a Genova
[photopress:doria_Genova.jpg,thumb,alignleft]Primarie del centrosinistra amarissime (e allarmanti) anche a Genova, per Bersani e per il Pd. Nichi Vendola pianta la sua bandiera arancione in un’altra grande città e i Democratici incassano l’ennesima sconfitta bruciante nel confronto con il leader di Sinistra e libertà e con i suoi uomini. Ha vinto, anzi sbancato, Marco Doria, candidato indipendente sostenuto da Vendola: pieno dei voti, il 46% , al tappeto clamorosamente le due candidate “eccellenti” del Pd: il sindaco uscente Marta Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti, che non hanno convinto e politicamente se le sono date di santa ragione, aprendo la breccia in cui si è infilato Doria nemmeno fosse un Napoleone della politica…). Un professore (insegna storia economica all’università di Genova) contro due politiche piddine di lungo corso per una vittoria conquistata in tutti i seggi genovesi con l’aggiunta di un altro dato allarmante: il crollo di votanti alle primarie del centrosinistra: da 35mila a 25mila. Che autogol… Il Pd voleva far fuori Marta ma alla fine si è fatto le scarpe da solo con una parte consistente del suo elettorato in fuga.
Le foto dell’esultanza del vincitore, con la sciarpa arancione rievoca scene già viste a Milano con Giuliano Pisapia. Già, perchè ora Genova la sinistra tenterà un’operazione Pisapia-bis. Ed è ovvio che il vincitore chieda l’appoggio della Vincenzi e della Pinotti per tentare la conquista della poltrona di sindaco alle comunali di primavera (se Doria vincerà, cari genovesi, occhio al portafogli perché se farà come Pisapia a Milano è in arrivo una lenzuolata di tasse locali). Altrettanto ovvio che il Pd dovrà pagare un prezzo politico pesante per questa ennesima sconfitta che arriva dopo quella di Piacenza, la città di Bersani (con codazzo di accuse di brogli). Basta i pensare come a Milano, ad esempio, l’ultravotato archistar Stefano Boeri è stato messo nell’angolo senza tanti complimenti…
Nichi Vendola passa all’incasso e ringrazia per il “suicidio politico” del Pd nel capoluogo ligure. Il vento sta cambiando soprattutto nel centrosinistra e nella sinistra. Rilanciando l’ipoteca del Quarto Polo (Sel e Idv) sulle alleanze elettorali alle politiche: la foto del patto di Vasto assume così un significato diverso da quelllo che pensava Bersani. Pisapia a Milano, De Magistris a Napoli, Zedda a Cagliari ora genova: l’onda arancione avanza minacciosa e può trasformarsi in uno tsunami per il Pd.
Cos’ arriva altra benzina sul fuoco che arde in casa democrat per lo scontro fra riformisti e massimalisti, neo-montiani e e cattolici ex Margherita sulle primarie per la leadership del centrosinistra, sulla linea politica, sulle alleanze e sul peso all’interno della “strana maggioranza” che appoggia il governo tecnico. Pd ulteriormente indebolito dalla vicenda di Genova, stretto fra appoggio a Monti (che da sinistra è accusato di essere di destra) e riforme “scomode” da fare come quella del lavoro e quella elettorale. Era uno scenario prevedibile, la base elettorale non ha gradito e lo manda a dire chiaro e forte anche con la scelta di Doria, Pci transitato in Rifondazioni dopo la svolta della Bolognina di Achille Occhetto e ora “indipendente” arancione con tanto di abbraccio e appoggio di don Gallo e Nichi. Dove sta sbagliando il Pd di Bersani? E Vendola (con Di Pietro a formare un’accoppiata massimal-giustizialista) riuscirà a condizionare realmente le scelte future del Pd, lanciando davvero l’Opa sulla leadership del centro-sinistra, con Bersani che incassa un’altra sconfitta? Scrive su Twitter il senatore del Pd Marco Follini: “Fatte così le primarie danno ragione a Enrico Mattei: ‘i partiti sono taxi. Salgo, pago, scendo’. Sarà il caso di pensarci prima”. Vove critica, in attesa dell’altra stazione dell via crucis delle primarie piddine: Palermo.
Ecco cosa dice Nichi al Secolo XIX: “Genova è una città fiera delle sue tradizioni, della sua democrazia, ma chiede un ricambio. E non è un giudizio negativo su Marta Vincenzi e Roberta Pinotti. Ora la cosa migliore è partire dall’idea di
buongoverno propugnata da Doria, dal suo pensiero lungo sul modello sociale e urbano, dalla fine dell’espansione
del cemento e dalla cura delle ferite che si sono aperte negli anni. Mi piacerebbe definirla una profezia civica“. Ecco allora un’altra profezia: un bel listone civico nazionale arancione a guida Vendola in campo alle prossime politiche?