No, questo Pd proprio non piace a Walter Veltroni che con quel “non mi ricandido alle elezioni politche” ha certificato a modo suo il rischioso futuro che si prefigura per il partito che ha fondato e nel quale comunque continuerà a fare politica impegnandosi “a testa bassa” in campagna elettorale.  Walter forse non ha gradito l’inserimento nella lista dei “rottamandi” fatto da Matteo Renzi anche se dice che la sua decisione non è legata al principale competitor di Bersani alle primarie di coalizione piddine.

Ma di sicuro l’uomo dello “Yes, we can” non ha gradito altre cose: ad esempio le uscite di Massimo D’Alema e Rosi Bindi che per ora non hanno alcuna intenzione di farsi da parte e rifiutano di essere considerati estinti come dinosauri. Che faranno, seguiranno il suo l’esempio? Ovvio che la mossa veltroniana li ha spiazzati, soprattutto Baffino che ha appena incassato 700 firme (pagina a pagamento sull’Unità) a sostegno della sua ricandidatura e dice: “La mia disposizione è a non candidarmi. Semmai posso candidarmi se il partito mi chiede di farlo. E’ giusto il ricambio, e sarà promosso largamente, è il Pd che deve decidere se ci sono personalità che è opportuno che restino, derogando al regolamento”. Ora la palla passa a Bersani visto che dall’area veltroniana e da quella renziana arriva l’ovvia domanda: caro segretario, ora come la metti con gli altri “dinosauri”. Già, che fare? Bersani dice che non chiederà a Massimo di ricandidarsi e Massimo gli risponde che è giusto, perché questa è una decisione che spetta al partito, alla Direzione, non al segretario… Infine annuncia: “Non mi ricandido, ma con Renzi sarà guerra”… se vincerà le primarie.

Ma l’autorottamazione  dell’ex segretario del Partito Disunito ha fatto più effetto della annunciata rottamazione renziana. Una bomba scoppiata nel giorno del “compleanno”  del Pd che nel 2007 lanciò al Lingotto a Torino e che comunque non chiude alcuna porta politica futura a Walter.  Infatti dice: “Non si rottamano le idee, la storia, i valori delle persone”… Poi “strappa” con decisione su un punto fondamentale su cui il Pd è spaccato: l’agenda Monti. Che nella carta d’intenti dei progressisti sottoscritta da Pd, Sel e Psi non compare più, sbianchettata. E spiega: “Nel documento del nostro partito c’era, perché si tratta di una esperienza alla quale prestare la massima attenzione”.  Sul tema è stata sparsa una densa cortina di fumo e quella carta richiama slogan, grandi enunciazioni di principio e davvero poca, pochissima sostanza. Per Bersani e i maggiorenti del Pd è più importante l’alleanza con Nichi Vendola, altro che apertura ai centristi.

La virata a sinistra è palese e pare quasi che Vendola stia a Bersani come – ricordate? – Fausto Bertinotti stava a Romano Prodi (con i risultati che tutti ricordano e nessuno in verità rimpiange). La deriva neo-massimalista è nei fatti e Veltroni, che ha un’altra idea del Pd e della sua centralità politica all’interno del centrosinistra (“partito a vocazione maggioritaria”), non ha gradito. Così ha spiazzato nemici vecchi e nuovi.  Creando anche problemi sia alla componente ex Dc – ex Ppi sia a quella liberal e riformista che spinge per l’agenda Monti resti al centro della proposta politica dei democrat.

Problemi e avvisaglie di tempesta che trovano un interprete deciso in Beppe Fioroni che a Repubblica ha detto: “Il Pd ha preso un impegno per costruire un’alleanza tra area dei riformisti e area dei moderati, oltre alla continuità con l’agenda Monti. Se qualcuno ha in mente altre operazioni, ci pensi bene. Sarebbe un gravissimo errore affidare a Vendola il ruolo di testa di ponte per trainare nella nostra coalizione Di Pietro, Diliberto e soci, prima magari facendoli partecipare alle primarie e poi tirandoli dentro per paura di perdere. Sarebbe peggio dell’Unione”.

Come ho scritto in un precedente post (Bersani e Vendola, a volte ritornano…), le strade di due ex Pci come Bersani e Vendola si stanno ricongiungendo e i primi effetti si vedono, la gioiosa macchina da guerra pare aver trovato un ticket di nuovi interpreti. I moderati sono avvisati. E voi che cosa ne pensate, Veltroni ha fatto bene a fare il passo indietro? A tenersi fuori per avere le mani libere, magari – ma è una mia idea – per correre di nuovo per il Campidoglio, visto che Zingaretti correrà per le regionali laziali?

Fuori uno, Veltroni molla… di Laura Cesaretti

VIDEO Quando D’Alema “rottamava” il Pd…

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