Bersani profuma di sinistra, come piace a Nichi
“Sono il miglior sconfitto…” le parole di Matteo Renzi, al di là della battuta, lasciano aperti scenari ancora da capire, nel Pd e nel centrosinistra, dopo la vittoria al ballottaggio delle primarie prevista e prevedibile di Pierluigi Bersani su cui ora grava il peso della premiership, ovvero della guida del centrosinistra nella battaglia delle elezioni politiche. Renzi ha ammesso la sconfitta 60 a 40 in maniera spiazzante e inusuale per gli stanchi rituali della politica italiana secondi i quali tutti vincono anche quando perdono. Ma ha avvertito: dico no ad accordi vecchia maniera, la responsabilità di scegliere linea, alleanze e programmi spetta solo al segretario, è lui che ha vinto e dunque vada avanti, è un suo dovere, noi ci siamo battuti per un’idea diversa del Pd e del centrosinistra… “Abbiamo provato a cambiare la politica, non ce l’abbiamo fatta ora dimostriamo che la politica non ha cambiato noi. E’ bene che da domani, smaltita la delusione, si riprenda il cammino. Abbiamo tre cose dalla nostra parte: l’entusiasmo, il tempo, la libertà“. Messaggio per tutti: restiamo in campo… Come dire che da adesso in poi quel 40% si pesa e la tara dovrà farla proprio il segretario investito della premiership.
Parallelamente, non è un caso che prima del discorso di Renzi, sia stato Nichi Vendola a dire subito la sua: “Il grande fatto di democrazia, un’onda che ha avuto spinta nell’uscita a sinistra dalla II repubblica, dal berlusconismo. Ci sono state molte domande di innovazione ma alla fine il segno prevalente dell’onda riformatrice va nel segno di un cambio radicale dell’agenda di governo, dell’equità sociale”. Onda che sposta il Pd più a sinistra, secondo Vendola che difatti rivendica quel che si sapeva da subito: il peso dei suoi voti a favore di Bersani nel ballottaggio. Lui che aveva detto “vincerò io” ed è il vero sconfitto, li mette sul piatto senza tanti problemi perché era nell’ordine delle cose politiche fin dalla sua sua decisione di scendere in campo proprio per pesare di più alla fine della partita, tanti da far arrivare un niet a un ticket Bersani-Renzi.
Ma è sul versante del “ragazzotto” che in realtà Bersani dovrà fare i conti perché stavolta sono state primarie vere con l’Apparato, il partito e la sua organizzazione, i vari leader rottamabili e i cacicchi, fino ai parlamentari e alla Cgil che si schierati senza se e senza ma contro Renzi che li ha costretti correre pancia terra proponendo un visione del Pd più moderna, aperta, non conservatrice e non continuista. Nonostante questo c’è stato un 40% di elettori che non ha seguito Bersani e potrebbe non seguirlo anche dopo se prevarranno le seduzioni vendoliane e l’offerta politica avrà il profumo della sinistra neo-massimalista. E questo Bersani lo sa bene: “Per me è una doppia soddisfazione: la prima è l’aver voluto testardamente le primarie aperte. La seconda per il successo inaspettato in queste proporzioni anche se sono sempre stato tranquillo. A Renzi riconosco una presenza forte e fresca, ha dato un contributo grande per dare senso alle primarie e farle vivere in modo vero”. Poi tocca a Vendola: “Un saluto particolarissimo a Nichi. Lui chiede profumo di sinistra io gli rispondo che se non mi sentissi addosso quel profumo non riconoscerei il mio odorato“.
A interpretare queste frasi con una battuta, verrebbe da dire che Bersani gioca due parti in commedia: “Tranquilli ragassi, penso a tutto io”… Ma la realtà non sarà così semplice, tanto che il segretario del Pd avverte: “La sfida è importante, i prossimi mesi non saranno semplici, avremo iniziative di chi non ci vuole. Ricordiamo che nel centrosinistra si possono avere diverse visioni purché si sappia che c’é la destra”.
Massimo D’Alema invece torna a parlare (ma Bersani sarà contento?) si sbilancia e si sveste del ruolo del “rottamando” pronto a dare battaglia se avesse vinto Renzi: “Le primarie hanno indicato una linea e una guida politica. Con le percentuali che ora ha il Pdl le prossime elezioni non saranno normali ma un terremoto e il centrosinistra si presenta come forza solida e credibile”. Massimo ne spara anche un’altra delle sue: “Abbiamo vinto contro tutti i media”… A me pare invece che il “grande spot” delle primarie abbia pagato ma che abbia anche portato meno elettori ai gazebo delle altre volte ed che sia stato Renzi a far impennare l’affluenza…
Può darsi che sia davvero così, ma una domanda si pone: il Pd sarà una forza solida e credibile, con o senza Renzi? con Vendola ma anche con l’agenda Monti che invocano i riformisti del Pd e viceversa altri nel Pd, assieme alla Camusso, vogliono rottamare? In attesa di risposte e del probabaile faccia a faccia a pranzo con Renzi, l’unica certezza è la vittoria dell’usato sicuro che, come dice, si sente addosso il profumo della sinistra, proprio come piace a Nichi Vendola.
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