Da Renzi a Grillo, la guerra dei Tafazzi
Il tafazzismo in politica sta diventando un fenomeno da seguire con attenzione, non tanto per le polemiche di giornata, quanto perché “avvolge” il governo delle larghe intese capitanato dal piddino Enrico Letta e fra urla e strepiti, minacce varie e variegate cerca di metterne a rischio l’esistenza o, nel caso meno grave, di indebolirlo per condizionarlo. Naturalmente nella prospettiva di tornare al voto.
Il fenomeno è più vasto di quel che ci si potesse aspettare e attraversa la sinistra e il movimento di quelli che dico di non essere “nè di sinistra nè di destra” (allora che cosa sarebbero mi chiedo, centristi, qualunquisti, “oltristi”, neo-giacobini?). Mi riferisco a Matteo Renzi e a Beppe Grillo, per citare due nomi di peso che usi alle sorprese politico-mediatiche che non sempre vanno a segno.
Si muovono come elefanti in una cristalleria (quella della sinistra, per intederci, al di là delle auto-collocazioni di comodo) perché dopo iniziali successi e successoni qualche mossa sbagliata l’hanno fatta, sono in affanno e per cercare di recuperare ne fanno altre. Matteo Renzi vuol trasformarsi da rottamatore in “costruttore dell’Italia” e cerca spazio e visibilità con qualche disinvolta giravolta nel Partito Democratico dove la tensione resta altissima anche dopo l’ascesa di Guglielmo Epifani alla segreteria in attesa del congresso d’autunno che qualcuno vorrebbe far slittare più avanti per abbassare la febbre e magari allungare la vita al governo Letta.
Renzi, che ha giurato fedeltà a Letta così come la giurò a Bersani (con gli esiti che si sono visti), in realtà sta creando più di un problema. Che voglia rottamarlo? Prendiamo l’Imu: ora dice il contrario di quello che sosteneva fino a poco tempo fa (“è un regalo a Berlusconi… una cambiale pagata per fare il governo Pd-Pdl-Scelta Civica) anche se poi dice di sognare una sinistra che non pensa solo alle tasse (ammesso che esista è uno slogan di sicura presa, basta dire facendo che cosa per abbassarle)… In realtà si smarca per avere le mani libere (“non punto a guidare il partito”) e tenersi aperte le porte perché ha di fronte, lui fiorentino, il pisano Letta la cui autorevolezza e peso sono cresciuti nel centrosinistra da quando è premier e potrebbe diventare l’uomo guida del futuro se il suo governo riuuscisse a ottenere risultati, anche pochi, ma concreti.
Ovvio che su questo punto si gioca la sfida fra i due perché Renzi si sente destinato a essere il leader del futuro, altro che collettivo, ma l’uomo che rivoluzionerà Pd vecchio e ammuffito impeganto più a piangersi addosso guardando il passato che a progettare il futuro. E la “carezza” di Epifani che sull’Imu ha replicato “è una scelta di buon senso, altro che regalo”), dà la misura il nervosismo del Pd che comunque sul sostegno al governo gioca la carta della credibilità e della responsabilità.
E mi fermo qui, pensando a Veltroni che sposa che sposa la causa del presidenzialismo o del semi-presidenzialismo, fate voi, per le riforme istituzionali ed elettorale… Che sia diventato berlusconiano a sua insaputa?
Quanto al Grillo furioso, in questi giorni se l’è presa a destra e a manca, fra ego politico e guerra di scontrini e soldi ai parlamentari dell’M5S che ha fatto male, molto male al movinento. Ego politico e necessità di distogliere l’attenzione dagli “scontrini” a ridosso di una tornata di amministrative hanno provocato una serie di uscite buone per far titolo. Beppe se l’è presa con il ministro allo sport Josefa Idem (ma forse un ex comico è geneticamente e politicamente superiore a una campionessa olimpica di canottaggio?): “Portare una canoista al governo, un po’ tedesca, è da scemi – ha scritto sul suo blog parafrasando Gaber – più che di sinistra”. Chissà, forse essere campionessa, donna e mamma sono un’aggravente fermo restando le vecchie polemiche fra i due perché Josefa definì Grillo “un patacca”?
Poi ha fatto ironia su Papa Francesco e si immagina ironicamente nel ruolo di vice-papa: “Anche il Papa ultimamente è diventato qualunquista e un po’ populista, dice di pensare agli ultimi e non alle banche, che siano di destra o di sinistra…”. Non dimentica il Pd, ovviamente, e invita i militanti a strappare le tessere partito, e nemmeno Berlusconi (e chi sennò?) perché va reso “ineleggibile”.
Se la prende anche con il candidato numero uno per il Quirinale, la giornalista Milena Gabanelli – prima alle “quirinarie” con tanto di richiesta di candidarsi al Colle – rea di aver fatto domandee affermazioni scomode nell’ultima puntata di Report sui fondi di Grillo&Casaleggio legati alla pubblicità del blog, con un invito alla trasparenza e un altro a occuparsi dei problemi della gente e non dei rimborsi spese. Domande nello stile di quella che rivolse a Antonio Di Pietro sulla gestione dei fondi dell’Idv che ha poi affossato il partito dell’ex eroe di Mani Pulite. Risultato? Il web-anatema di Beppe: Milena “si è venduta ai padroni”. Che ha fatto da tam tam sui social network con la sorpresa, però, di tante voci critiche che si sono levate contro Grillo. Tafazzi abita da queste parti insomma, ma non solo. Beppe si occupa anche dei blog grillini e i suoi presentano una proposta di legge in base alla quale offendere il Presidente della Repubblica non sarà più reato… Per non parlare dei siparietti a uso elettorale fra Grillo e Crimi: guarda il video.
Torno un attimo al Pd che negli ultimi sondaggi è dato al 23%, alla pari dell’M5S mentre il Pdl e il centodestra volano più alto… Si capisce perché Luigi Zanda impegnatissimo anche lui sul fronte della presunta ineleggibilità del Cav ora assieme ad Anna Finocchiaro ha presentato una proposta di legge che recita: senza forma partito, con tanto di statuto e regole, non si può correre alle elezioni politiche. Stop ai movementi. Una botta di qua e una di là, guerra per la sopravvivenza, grandissimo segno di debolezza politica del Pd. Tanto che Renzi ammonisce i due: “Quando si alimenta il vessillo dell’ineleggibilità da un lato e dici non facciamo candidare Grillo dall’altro fai un regalo a Berlusconi da un lato e ai cinque stelle dall’altro. Se vuoi vincere le elezioni – ha concluso Renzi – non puoi mettere gli altri fuori gioco, è come giocare a nascondino poi ti beccano…”. Tafazzi contro Tafazzi interni, ma anche contro Tafazzi – Grillo: “Mi viene da ridere: i grillini che sono stati tutti ligi alla linea e su su cosa stanno mettendo in discussione Grillo? Sulla diaria. Sono i rivoluzionari dello scontrino perduto, neanche Indiana Jones…”. Quando si dice il teatrino della politica…
Dice Silvio Berlusconi: “Sono venute fuori delle ipotesi divertenti mi sembra che qualcuno abbia portato avanti l’ipotesi di ineleggibilità del sottoscritto dopo 20 anni di voti di milioni di italiani e dopo tanti parlamenti che hanno approvato la mia eleggibilità e dall’altra l’ineleggibilità o incandidabilità del M5s che, benché si possa dire tutto il peggio, è stato votato da milioni di italiani. Questo qualcuno é un genio perché eliminerebbe Grillo e il sottoscritto con il Pdl così il Pd correrebbe da solo… Dove e perché l’hanno tenuto nascosto fino adesso?”. E che nel Pd qualcuno accarezzi l’idea non è proprio da escludere con un voto che converga con l’M5S nella Giunta per le elezioni… e ai piani alti del Partito democratico è l’allarme.
La domanda è: ma questi vogliono costruire il futuro del Paese a colpi di tafazzismo? O con mosse palesemente illiberali? Ma non ci doveva concentrare sui problemi problemi più urgenti e gravi dell’Italia, come ha ricordato preoccupato Giorgio Napolitano e pure i vescovi (“basta populismi”)? Pare che contino di più carriere personali da leader, l’interesse del partito o del movimento far fuori il Cav perché continua a prendere voti, dell’interesse degli italiani. Per il resto si vedrà. Che ne dite?
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