Ma il Parlamento non è il Palazzo d’Inverno
Ricordate quando Beppe Grillo affermò durante lo Tsunami Tour: “Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno”? A vedere il pessimo spettacolo multiplo messo in scena in questi giorni pare proprio che Beppe e i suoi ci stiano provando, con l’apriscatole.
I parlamentari dell’M5S hanno trasformato la Camera in un saloon da Far West prendendosela con la presidente Boldrini (non molto abile, a dire il vero, nel gestire i lavori fin dall’inizio) che ha imposto la “tagliola” per porre fine all’ostruzionismo grillino sul decreto Imu-Bankitalia (peraltro non si capisce perché il governo Letta abbia messo assieme due temi così diversi tra loro… ennesimo pasticcio che si aggiunge ai troppi combinati fino a oggi).
Poi hanno scatenato il caos in commissione Giustizia, replicando con l’occupazione dei banchi in commissione Affari Costituzionali con tanto di catena umana davanti alla porta d’accesso: nel mirino l’Italicum e l’intesa fra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale. Altro episodio: alcuni deputati grillini hanno impedito al capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, di rilasciare dichiarazioni alle tv in sala stampa. Anche la Boldrini è stata costretta a chiudere a chiave i suoi uffici. A tutto questo si aggiunge, dopo il “boia” all’indirizzo di Napolitano del grillino Sorial, la richiesta di impeachment ovvero di messa in stato d’accusa del Capo dello Stato depositata alla Camera e al Senato per “attentato alla Costituzione” con sei accuse messe nero su bianco (pacata la replica del Presidente: “Stato d’accusa? Faccia il suo corso…”.
Non mi dilungo sulla cronaca ma mi chiedo a cosa punta il duo Grillo-Casaleggio. Allo sfascio per lo sfascio? Dove vuol andare il movimento che sembra diventato una maionese politica impazzita? Pensa davvero che il Parlamento sia il Palazzo d’Inverno da conquistare? Si ritengono, gli M5S, portatori unici della verità e per questo ritengono di far saltare le regole della democrazia parlamentare?
Il “cambio di passo” dell’uomo dell’apriscatole in realtà, a mio parere, segnala le difficoltà dei cinque stelle dopo la salita di Renzi alla segreteria del Pd. Matteo ha sparigliatio i giochi dentro e fuori il suo partito. Ha osato l’inosabile, trattando direttamente con Berlusconi e il suo neo-decisionismo ha smosso le acque della palude politica e rotto il rito dei veti incrociati che immobilizza da troppo tempo l’Italia, mettendo in moto un processo di riforme condivise che ha molti nemici e vede l’M5S attestato sulle barricate del “no” al dialogo, isolato e sulla difensiva. Sembra sia iniziata una sorta di guerra politica incivile per minare la credibilità del Parlamento a colpi di invettive, risse, esibizioni muscolari, minacce fra “boia chi molla” e “non torneremo pacificamente in Aula”. Dove può portare questa specie di “occupy Parlamento”, viene da chiedersi, anche se si capisce che i giochi elettorali per Europee sono aperti, non solo per Grillo e i suoi, tanto che Beppe esalta i suoi “guerrieri” e dice: “Siamo la nuova Resistenza”…
Scende a Roma, Grillo, mentre tra i suoi senatori tira aria di dissenso dopo la conferenza stampa di presentazione della richiesta di impeachement nei confronti del presidente della Repubblica. Alcuni parlamentari lamentano il fatto di essere rimasti all’oscuro del documento fino all’ultimo: “Non ne sapevamo nulla”. Insomma, volevano discutere e condividere il documento prima, non dopo la sua illustrazione alla stampa.
Forse non è questo spettacolo quello che molti elettori di Grillo si aspettavano e volevano. Vedremo la prossima apertura delle urne (non quelle della Sardegna dove l’M5S si è bruciato e non si è clamorosamente presentato) ma quelle delle elezioni europee.
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