La mossa di Obama, ovviamente superapplaudita da Julius, di imporre una tassa di 90 miliardi di dollari su quei cattivoni dei banchieri, piace. Urca se piace. E un certo brividino è passato anche per la schiena del cuoco. Ma attenzione.
Cari commensali alzi la mano che non ha conosciuto un banker (più chic chiamarli così; d’altronde nei favolosi anni 80 non era forse meglio dire manager che dirigente?) con un bel conto in banca e il cervello di un canarino. I banchieri non rappresentano certo un’eccezione alla prima legge di Cipolla (la percentuale di stupidi è una variabile indipendente dalla professione), ma per loro le retribuzioni sono sempre e comunque elevatissime. L’ultimo dei banker guadagna in media più del primo della vostra professione. Un banker di successo riesce a mettersi da parte un gruzzoletto che il più bravo e innovativo degli imprenditori non mette insieme in una vita: il primo, nella migliore delle ipotesi, vi ha venduto robbaccia finanziaria, il secondo come minimo ha creato qualche posto di lavoro.
Ma attenzione cari commensali, le vie dell’invidia, sono le peggiori per un cervello libero. E così applaudire Obama per la sua nuova tassa è piuttosto avventato.
Le banche americane nel 2009 faranno utili da record, superiori a quelli del 2007. E fattureranno 450 miliardi di dollari. Il 32 per cento di questo fatturato andrà in premi e retribuzioni: con una media di stipendio di 150mila dollari. niente male. Ma porca paletta chi ha permesso alle grandi banche americane di ottenere questi risultati strabilianti? Chi ha dato loro le risorse per sopravvivere nel momento in cui un’azienda normale avrebbe portato o libri in tribunale e proprbilmente i suoi leader sarebbero stati sbattuti in galera? Chi ha invitato alla Casa bianca come ministri e consulenti, gli ex banker? Chi ha inventato il criterio del too big to fail? Babbo natale?
Insomma la storia è la seguente. La politica americana ha salvato le banche americane e si suoi manager. Con i soldi dei contribuenti. E ha dato alle banche materia prima (il danaro e i tassi di interesse) a prezzi da saldo. E dopo un anno, la politica dice al grande pubblico: le anche stanno guadagnando troppi soldi e dunque mettiamo su di loro sua extratassa.
Non sarebbe stato tutto più semplice e più doloroso, ma più responsabile, condannare questo sistema al suo destino, invece che attuare questa ipocrita politica di aiuti e tasse?