Martedì 8 gennaio 2014 – San Massimo – Monasterace

 

Da www.ilgiornaleoff.it, la denuncia di un degrado che non si può più sopportare. Difendere i nostri Beni Culturali è un dovere di tutti. Clicca qui per leggere e condividere

Sparisce, la Magna Grecia! Torna alla casa dei Padri. Abbandona l’ingrata terra di Calabria e, via mare, tenta il rientro ai lidi natii. Si affida a Poseidone, fratello di Zeus, figlio di Crono. Al dio del mare e dei terremoti. Spera di scappare dalle promesse elettorali dei prossimi mesi, quando scopelliti, il governatore fighetto, comincerà a trotterellare per tutta la penisola calabrese, magari in amara compagnia dell’assessore promettone, quel caligiuri  dalla parola d’onore facile. E tutti e due, con la mano sul cuore (?) giureranno imprese impossibili davanti ad ogni scheda elettorale.

Dopo i quattro anni della vergognosa esposizione dei Bronzi di Rriace in posizione orizzontale, stesi su due carrelli metallici come fossero due lavatrici in riparazione. Parcheggiati a fianco alla portineria del Palazzo della Rreggiòne Calabria, in quell’angolo d’androne dove un tempo si distribuivano i depliant turistici. Mostrati fino alla noia ai distratti visitatori, diretti, più che verso di loro, verso gli uffici dei capoccia, in cerca di appoggio o, forse, di considerazione. Dopo i milioni di euro spesi per dotare il restaurato museo di Rreggio di un ciclone artificiale che soffi e succhi le polveri e il pericolo atomico dalle maglie interne e dai pedalini di ogni turista in visita. Dopo il lavorone da brivido dell’ufficio stampa, per la diffusione degli spot pubblicitari che dovrebbero promuovere il turismo in Calabria. Dopo la trovata pazzesca – quasi mai vista! – della proiezione delle sagome dei due exportinai della Rreggiòne sulla facciata del Museo. La Magna Grecia se ne va! Prende la via del mare e scivola verso casa.

Tanto, da queste parti, che ci sta a fare? A farsi venire il magone? A farsi riprendere per il culo per l’ennesima dolorosa volta? La Magna Grecia non ha fortuna in Magna Grecia. E, allora, abbandona il campo e spera in maggiore considerazione nella madrepatria. Almeno lì ogni rottame ha un valore, e, per visitarlo, si paga pure un biglietto. Qui, fra sterpaglie d’estate e mareggiate d’inverno, è pure troppo se una o due colonne rimarranno visibili ancora per qualche anno. “A gratis”.

No, non vi fidate, Amici Calabresi,  se, dalle prossime settimane in poi, il governatore e i suoi ras si faranno vedere in giro per città d’arte e borghi antichi: verranno giusto per inaugurare le sedi del loro nuovo partito. Verranno perché cercano consenso per le prossime elezioni europee e perché ancora non sanno se si voterà anche per le politiche. Usciranno dai palazzi ad ogni ora, arriveranno con le spocchiose autoblu, scortati dai lacchè locali, che non aspettano altro che farsi immortalare dal fotografo del paese per far pubblicare la foto nuova nuova sul giornale regionale assieme alle mille battute del corrispondente locale. Taglieranno nastri tricolori.Punto!

Fotteteli ben bene, disertando le sale e le piazze. In quei giorni di visita,continuate a lavorare, o a cercare lavoro senza sprecare tempo ed energie preziose. Tanto, loro, del vostro lavoro se ne fregano. Sia che voi lo abbiate, sia che lo stiate cercando col sangue agli occhi.

Non si cureranno di voi, come non curano il nostro enorme patrimonio artistico e culturale. Le nostre radici. Il nostro futuro. A che cazzo servono gli spot, mi chiedo, se poi i turisti non possono visitare le ricchezze e le bellezze della nostra terra? Perché si spendono tanti soldi per la promozione turistica in tutto il globo, se, poi, non esiste tutela per le opere d’arte sul territorio? Sì, certo, i due Bronzi li salveranno e li accompagneranno verso l’eternità i soffioni montati davanti alle porte della loro sala. Ma il resto del patrimonio? Il Tempio dorico di Kaulon, a Monasterace, dell’VIII secolo avanti Cristo, chi lo SALVA dalla furia delle onde? I ripetuti palleggi di responsabilità? I Fax del cavolo che i vari uffici si scambiano solo per poter avere le ricevutine da sbattere sul muso a chi chiede il perché di tanto disinteresse?

   

Il sito è uno dei più importanti della Calabria. E uno dei primi “serbatoi” di ricchezze inimitabili (i grandi mosaici, ad esempio). Eppure, il mare se lo porta via e il Palazzo cosa fa per impedirlo? Qualche fax. Qualche mail. Tra un’intervista e l’altra. Tra un viaggio e l’altro.

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… fra me e me. Indignato.

 

 

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