Il nuovo male del secolo. E come guarire.
Quando ero bambino sentivo parlare del “male del secolo”. Quella persona era morta del “male del secolo”: era il cancro. Ma c’era quasi paura a pronunciare quella parola, così si usava l’eufemismo “male del secolo”.
Purtroppo questa brutta malattia, che colpisce mediamente una persona su quattro, non è ancora sconfitta. Però c’è una malattia, secondo me, ancora più perniciosa. Che è sempre esistita. Ma che oggi, nell’era di Internet e dei social, dove l’apparire è così importante, è più diffusa che mai. E che colpisce non una persona su quattro, bensì tre su quattro. E’ l’egocentrismo. Il pensare che il mondo giri intorno a noi. E che, per il semplice fatto che esistiamo, tutto ci sia dovuto.
“Sei sempre il migliore!”; “Qualunque cosa tu faccia, va bene”; “Nessuno è bravo come te”; sono frasi che a volte i genitori dicono ai figli per incoraggiarli. Ma possono anche causare gravi danni. Perché il piccolo si convince di essere er mejo. Il numero uno. La persona più importante del pianeta. Di avere superpoteri. Di essere un supereroe. E di essere infallibile. Di essere come il Marchese del Grillo, il personaggio interpretato da Alberto Sordi nell’omonimo film, noto per la sua storica frase: Io sono io, voi non siete un cazzo.
Un tipico esempio di persona gravemente malata di egocentrismo acuto è Donald Trump. Non sto affatto parlando della sua politica, bada bene; ma del suo carattere. E del suo comportamento. E’ palese che Trump sia affetto da narcisismo acuto: come definire altrimenti uno che afferma di meritare dieci un tutto ciò che fa, e che rifiuta pervicacemente di ammettere i suoi umani e inevitabili errori? Hai mai sentito Trump dire, una sola volta, Ho sbagliato? No! Evidentemente si ritiene infallibile. E questo è un grave sbaglio.
Trump è in ottima compagnia. Sono moltissimi i potenti che si ritengono semidei: sfido, con tutti pronti a baciare loro la pantofola, a blandirli e a osannarli in cambio di qualche favore!
Suo padre, il facoltoso investitore immobiliare Fred Trump, gli ripeteva da bambino “Tu sei il migliore! Nessuno è alla tua altezza! Nella vita potrai fare tutto quello che vuoi!” Incoraggiamenti apparentemente positivi, che però hanno reso ipertrofico l’ego di Donald. E ben prima che entrasse in politica. Come si ricava, ad esempio, dai suoi libri. Oltre al famoso “The art of the deal”, ha scritto un’altra decina di libri (in realtà li ha fatti scrivere da ghostwriter). Non a caso uno dei suoi best-seller è Think big and kick ass: pensa in grande e prendi gli altri a calci in culo. Perché l’importante è raggiungere i tuoi grandi obiettivi. Se per conseguirli serve tirare calci e pugni, e lasciare sul terreno morti e feriti, chi se ne frega?
Mi capita di parlare con genitori che giustificano i loro figli per i loro insuccessi scolastici e se la prendono con l’insegnante; o che danno la colpa all’arbitro se il pargolo perde la partita di tennis. Ecco, mi viene da pensare: questo padre, questa madre, volenti o nolenti, stanno tirando su un piccolo Trump. Stanno insegnando al loro bambino che non è mai colpa loro, e sempre colpa degli altri. Di questo passo, tra qualche anno ci troveremo davanti un giovane presuntuoso, arrogante, con deliri di onnipotenza. Potrà fare carriera, certo. Potrà avere successo, sicuramente. Ma resterà un eterno adolescente, un immaturo a vita. Perché la persona matura è quella che non se la prende con gli altri. Ma ha il coraggio di fare autocritica.
Quando vedo chi parcheggia l’auto nel posto riservato ai disabili; o chi non si alza sull’autobus per lasciar sedere un anziano; o chi getta un fazzoletto a terra, aspettando che siano altri a tirarlo su, mi viene da pensare che siano persone affette dal male del secolo. Persone per le quali gli altri, con i loro bisogni, sono del tutto invisibili.
Come guarire dall’egocentrismo, ammesso che ci sia la voglia di guarire?
Ecco due semplici consigli:
1) Tieni i piedi per terra.
Non esaltarti. Ma rimani umile. Oggi sei in cima al monte? Domani potresti ritrovarti in fondo alla valle. Dalle stelle alle stalle: non è difficile, la ruota gira. E cerca di vedere tutto in prospettiva: anche se oggi sei un divo nella tua azienda, o nella tua città, probabilmente non sei nessuno a distanza di pochi chilometri. E sicuramente non sarai più nessuno pochi anni dopo la tua morte.
Non è il caso di Trump, stai pensando. Lui è l’uomo più potente del mondo, e verrà ricordato nei secoli a venire. Certo. Ma almeno Donald, con tutta la sua prosopopea, ha qualche buon motivo per tirarsela. Molti altri, invece, si danno tante arie per nulla;
2) Mettiti nei panni degli altri.
Lo so, è difficile. Ma è utile, per vedere il mondo da un’altra prospettiva. Se ce la fai, ampli la tua visuale. Apri la mente. Allarghi la tua zona di confort. E diventi un essere umano più consapevole. Quindi migliore.