Draghi, i poteri forti e i poteri occulti
Quando sento gridare al pericolo che i “poteri forti” – di cui Mario Draghi sarebbe una delle massime espressioni – prendano il potere, mi sento preso in giro. Per un motivo molto semplice: chiunque vada al potere diventa forte. E diventa establishment. Per il solo fatto che manovra le leve di comando. Se le hai in pugno, sei forte. Come se impugnassi un bazooka: questo ti rende molto più forte di chi circola disarmato.
Chi ha i soldi ha, ovviamente, potere. I banchieri, i grandi imprenditori, le multinazionali e i grandi finanzieri fanno di diritto parte dei poteri forti. Così come chi comanda i servizi segreti, l’esercito, le forze dell’ordine. Per non parlare di chi domina il mondo della comunicazione. Soprattutto quella che conta di più, perché arriva alle masse: la comunicazione online. Poche persone al mondo sono potenti come Mark Zuckerberg, che ha nelle sue mani Facebook, Instagram e Whattsapp. Quindi le principali fonti d’informazione di miliardi di esseri umani. O come la dirigenza di Google. Che decide cosa farci vedere, e cosa no, nelle nostre ricerche.
Anche chi guida il governo di un Paese fa parte dei poteri forti. Nelle dittature, ovviamente: il tiranno fa il bello e il brutto tempo nel suo Paese, ed è talmente forte che quasi nessuno osa ribellarsi. Ma anche nelle democrazie: la decisione di un premier può cambiare radicalmente il destino di una nazione. E più uno Stato conta nello scacchiere mondiale, più il suo capo è un potere forte. La Merkel è più forte di qualunque premier italiano, perché la Germania conta più dell’Italia. E Xi Jinping conta più della Merkel, perché la Cina conta più della Germania. Inoltre la Merkel sta terminando il suo mandato, mentre Xi resterà in sella a vita.
Qual è il contrario di potere forte? Potere debole, ovviamente. Ma se un potere è debole, che potere è? E’ come l’insegnante che cerca di tenere a bada la classe indisciplinata, ma nessuno se lo fila. Mentre è un potere forte il prof che mette tutti in riga con le note, e sbattendo fuori dalla classe chi fa casino.
Per questo è un controsenso prendersela con i poteri forti. Può essere corretto, semmai, rimarcare che chi governa dev’essere stato eletto dal popolo, e non scelto da altri. Ma una cosa è inevitabile: chi va al potere diventa, automaticamente, per il solo fatto di essere nella stanza dei bottoni, un potere forte. Se ha una maggioranza forte, e un governo forte, che lo sostengono.
Basta seguire un ragionamento elementare per capire che un potere forte è meglio di un potere debole. Perché il potere forte può agire, mentre quello debole non combina nulla: non ha la forza di realizzare nulla. A patto, ovviamente, che il potere forte faccia il bene del popolo. Mentre il potere debole non fa il bene di nessuno, se non di chi riscalda una poltrona: perché, per male che vada, si porta a casa un bello stipendio.
Se per poteri forti intendiamo quelli che vengono chiamati i poteri occulti – ce ne sono mille: la massoneria, il gruppo Bilderberg, gli Illuminati, i Templari, i Rosacroce, i Rosarossa e così via – mi viene da fare una duplice considerazione.
1) Se non vedo, non credo. Sono troppo vecchio per abboccare alle teorie cospirative alla Quanon, che ricordano il “complotto giudoplutodemomassonico” di mussoliniana memoria;
2) Come dice il proverbio, chi si somiglia si piglia. Le persone di potere si frequentano tra di loro; così come i cantanti, gli sportivi, gli attori, gli studenti si frequentano tra di loro. Quando ero adolescente frequentavo un gruppo di coetanei che le ragazze chiamavano, con una punta di disprezzo, “la sfigation corporation”: il gruppo degli sfigati. Ero uno sfigato anch’io, e frequentavo atri sfigati come me. Invece i fighetti si frequentavano tra di loro. Li invidiavo. Perché avrei voluto essere come loro, e insieme a loro. Loro si scambiavano gli inviti nelle loro ville al mare; noi della sfigation dormivamo nel sacco a pelo in riva al mare. Siamo in un mondo classista, o a strati: si tende a frequentare le persone simili a noi, e a sposarsi tra simili. Infatti Chiara Ferragni ha scelto come marito Fedez, mica un senzatetto. Non perché discrimini, ma perché frequenta gente bene, come lei, e non poveracci.
Il ragionamento da fare non è “poteri forti si o no”, ma “politici competenti si o no”. Non credo che uno valga uno, cioè che uno valga l’altro. Ogni essere umano ha lo stesso valore davanti a Dio e va trattato con lo stesso rispetto, che si tratti di un premio Nobel o di un analfabeta, di un miliardario o di un morto di fame. Personalmente, grazie al mio volontariato nei City Angels, conosco molti più morti di fame rispetto a miliardari. E nutro più simpatia per i primi che per i secondi. Ma non metterei un clochard a capo del governo. Preferisco che mi governi una persona competente e capace. Non un pirla come me, ma uno migliore di me. Uno che prima di entrare in politica abbia già dimostrato cosa sa fare.
Draghi, o chi per lui, risponde ai banchieri, alle multinazionali, ai massoni, agli Illuminati, ai Templari, ai Rosacroce, ai Rosarossa? Può darsi. Ma siamo davvero così ingenui da pensare che un altro al posto suo, una volta a Palazzo Chigi, risponda agli operai, ai contadini, ai disoccupati, ai cassintegrati, ai senza fissa dimora? Non prendiamoci in giro. A parole, tutti si proclamano gran patrioti e giurano che vogliono servire il popolo. Poi, una volta al potere, la musica cambia. E se al governo ci va qualcuno che riesce a non farci sprofondare nella miseria, ma anzi a spendere bene i soldi in arrivo dall’Europa, e a creare ricchezza, io mi accontento. E tu?