Cosa sarebbe successo se invece del presidente Mattarella ci fosse stato il Re?

Che è un po’ come chiedersi cosa sarebbe successo se la nuova Italia del Dopoguerra non fosse nata repubblicana grazie a strane macchinazioni e probabili brogli, ma fosse rimasta monarchica.

Intanto il Re non avrebbe vissuto nessun complesso di inferiorità nei confronti dell’Unione Europea, considerando che ben 7 Paesi dell’attuale Unione Europea – tra i più importanti – hanno un Monarca: Gran Bretagna, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Spagna. E non se la passano così male. A questi si devono aggiungere anche Norvegia, Principato di Monaco, Andorra, Liechtenstein. E pure il Vaticano.

E tramite intrecci matrimoniali vari i Monarchi hanno sempre saputo tessere tele di straordinaria efficacia.

Poi di certo il Re non avrebbe avuto nessuno a cui render conto. Un Re non è eletto, né ricandidabile, non ha partito politico d’origine né di riferimento.

Un Re avrebbe sostenuto sempre e comunque gli interessi della Nazione ed avrebbe difeso e sostenuto la sua Democrazia.

Un Re avrebbe ascoltato quelli che parlano italiano, non quelli che gridano in tedesco.

Ma in Italia ce ne freghiamo dei brogli, del vantaggio della Nazione e pure della Democrazia.

Per cui ci teniamo al Quirinale un presidente che fa ciò che Mattarella ha appena fatto.

E che per fare ciò ci costa circa 240 di milioni di euro all’anno. Quando la Regina d’Inghilterra pesa sulle casse dello Stato appena 80 milioni di sterline. E le restituisce ampiamente in pubblicità al primo Royal wedding.

Chissà, magari Di Maio e Salvini se ne renderanno conto e invece di invocare l’impeachment abrogheranno l’articolo 139 della Costituzione.

 

regina