Intervista di Katia Noventa a Ricardo González (2014)

Ricardo González è un affermato scrittore e ricercatore peruviano, frequente ospite in  conferenze e intervistato in programmi delle più importanti emittenti televisive internazionali. Ha più volte fatto il giro del mondo per investigare il mistero di Shambhala: la città di luce che custodisce la conoscenza dell’umanità, secondo le leggende buddhiste. Per Ricardo, Shambhala è reale  anche se la sua storia è iniziata in Asia Centrale, si è diffusa nei vari luoghi di potere in tutto il pianeta. Ricardo, essendo peruviano, è cresciuto con l’influenza delle storie degli Incas, Machu Picchu, il lago Titicaca o le misteriose Linee di Nazca.

 

Crede che molti di questi luoghi delle Ande siano connessi con antiche storie di santuari perduti, dei quali ancora si parla nell’Himalaya o nel deserto del Gobi. Esiste nel mondo una fratellanza che conserva la conoscenza occulta? Cos’è la Fratellanza Bianca?

Hai iniziato ad interessarti a questi temi in seguito ad un avvistamento UFO (oggetto volante non identificato). Chi l’ha visto?


Da quando ero piccolo ho avuto esperienze di avvistamenti di UFO.

Luci, oggetti nel cielo, privi di spiegazione. Fino a che, nel 1988, quando avevo 14 anni, sono stato testimone di un importante avvistamento: un oggetto brillante che volava in pieno giorno sopra la città di Lima. È stato importante che i mezzi di comunicazione del paese abbiano parlato ampiamente di tale apparizione.

In Perú le persone prendono seriamente questi temi grazie alla loro apertura mentale. Per me è iniziato tutto con questo avvistamento. Nell’età adolescenziale cercai di addentrarmi nella ricerca di tutto ciò che era al di fuori della storia ufficiale.

Parlare del fenomeno UFO  ti ha causato  dei problemi?


Sono solo un testimone, però, certamente, non è stato un processo semplice. In seguito alle numerose presenze nei mezzi di comunicazione, in cui ho raccontato quello che avevo vissuto, ho avuto progressivamente problemi a livello lavorativo. Ho studiato marketing e in quel periodo ero rappresentante di un laboratorio medico internazionale, dal quale sono stato licenziato, nonostante fossi un lavoratore responsabile. È accaduto nel 1999 e da quel momento mi sono dedicato a tempo pieno alla diffusione della mia esperienza, alle ricerche a riguardo e alla scrittura. Ho partecipato spesso a programmi radio e Tv in diversi paesi, a dibattiti con piloti di guerra, astronomi, fisici nucleari, anche con uno psichiatra e un esorcista. La mia testimonianza, come si può immaginare, destava molte curiosità, tuttavia ogni dibattito mi ha lasciato indenne. L’intento non era di convincere le persone, ma che potessero aprirsi e immaginare altre possibilità.

Uno dei temi che mi ha maggiormente colpito fu la storia di Shambhala e la sua connessione con il fenomeno UFO.

Cos’è Shambhala secondo te? E perché la metti in relazione con gli UFO?

Secondo antiche leggende buddhiste, Shambhala è un centro planetario. Venne fondata migliaia di anni fa in un luogo nel deserto del Gobi, in Mongolia. La sua missione: proteggere la vera storia dell’umanità ed equilibrare i conflitti per il potere nel mondo. Nel Gobi ho ascoltato direttamente dai lama del Monastero di Khamar, che i fondatori di Shambhala erano giunti dalle stelle. E come se non bastasse, hanno riferito che erano abituati agli avvistamenti UFO: per loro questa interazione era naturale.

Quando si parla dei misteri di Shambhala è inevitabile associare il tema a immensi tunnel in tutto il mondo e a strane persone che ci vivono dentro. Che cosa hai scoperto a riguardo?

Dopo aver viaggiato in molti luoghi nel mondo alla ricerca di queste città intraterrene, posso affermare che gli immensi tunnel che menzionano, esistono e che in passato hanno avuto una funzione di ‘protezione’: furono dei ‘rifugi’. Secondo i lama, migliaia di anni fa il nostro pianeta aveva affrontato una grande catastrofe, e queste ‘grotte’, le vere  ‘Arche di Noè’, furono importantissime per preservare la razza umana e i suoi archivi di sapere.

Ho trovato chiari indizi di tutto ciò nei luoghi direttamente esplorati, come la Sierra del Roncador in Brasile, il Lago Titicaca, Cusco nelle ande peruviane, la Cueva de los Tayos in Ecuador, Roraima in Venezuela, Tepoztlán in Messico, Monte Shasta negli Stati Uniti, Monte Perdido nei Pirinei, il Monte Horeb nel Sinai o lo stesso deserto del Gobi. In Italia abbiamo storie simili specialmente in Sardegna.

È vero che l’astronauta nordamericano Neil Armstrong ha visitato la Grotta de los Tayos?

Sì, è stata visitata dall’astronauta Neil Armstrong. La sua visita in questo santuario intraterrestre dell’Ecuador, nel 1976, continua ad essere un enigma. Dubito che abbia visitato questi tunnel solo per vedere ragni e roditori…

La Grotta de los Tayos è uno di questi luoghi intraterreni che offre indizi di ‘opere artificiali’. Sono stato tre giorni nel suo labirinto sotterraneo, nell’agosto del 2002, ed ho avuto l’impressione che non tutte queste gallerie e passaggi furono ‘modellati’ dalla natura: ho visto e fotografato angoli retti, soffitti lisci e blocchi ciclopici di pietra, come quelli che ho visto a Vinapú (isola di Pasqua), Delfo (Grecia) o il tempio della Sfinge (Egitto).

Un ulteriore dettaglio, è che il padre salesiano Carlo Crespi, ha conservato un insieme di lastre di metallo nel patio della propria chiesa a Cuenca, Ecuador. La cosa interessante è che queste tavole con simboli gli sono state consegnate dai nativi, e si crede che questi misteriosi oggetti provengano dalla Grotta de los Tayos. Oggi, questa collezione, purtroppo, è andata perduta, ma ci sono le fotografie di tale ‘tesoro’: immagini impossibili con piramidi occulte, sacerdoti con abbigliamento sumero in Ecuador…

Quale sarà la tua prossima spedizione?

Partiremo ad agosto per il Monte Belukha, negli Altai (Siberia). È il luogo a cui si ispirò Nicolás Roerich per incontrare la leggendaria Fratellanza Bianca: una fratellanza di super uomini che ci osserva e ci aiuta in silenzio dai tempi lontani. Essi diedero a Roerich il compito di promuovere  la Bandiera della Pace e stabilire un’alleanza per l’armonia del mondo. Quello che pochi sanno, è che il simbolo di questa bandiera fu basato sulla ‘Pietra di Chintaman, una specie di ‘Santo Graal’ degli intraterrestri. Questa storia è iniziata sul monte Belukha …il luogo dove andremo..

Qual è il messaggio di questi esseri?

Che il mondo non finirà o non sarà distrutto. Che stiamo vivendo una tappa intensa di cambiamenti e trasformazione, ma che stiamo procedendo verso una rivoluzione spirituale. Ci incitano a non perdere la speranza. Dicono che nel mondo c’è più bene che male, solo che il male è ‘pubblicizzato’ in un modo migliore…

Sito Web di Ricardo González: www.legadocosmico.com

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