Da Keith Emerson a Moravia, i sogni elettronici di Pisati
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Dalla star Keith Emerson al cantautore italiano Bernardo Lanzetti. Forse a qualcuno sfugge che dietro alle musiche del palcoscenico spesso ci sono compositori dell’avanguardia, noti anche in altri generi per via di incursioni e collaborazioni. È il caso di Maurizio Pisati, classe ’59, diversi premi e incisioni, che nel suo curriculum vanta anche lavori con materiali del mago-tastierista del progressive inglese – fino al 18 gennaio si può ascoltare la colonna da lui scritta per la pièce “Beatrice Cenci“ al teatro Cooperativa di via Hermada a Milano -. Note sintetiche, opere-video, installazioni, manipolazioni dei suoni. Il musicista milanese, che è fra l’altro il “papà” del progetto culturale Zone, si muove su diversi territori. Col pittore torinese Salvatore Zito, per esempio, ha fatto persino un lavoro sul fumetto dell’Uomo Ragno. E ora la tragedia di “Beatrice Cenci“, testo di Alberto Moravia, regia di Annig Raimondi. Storia ambientata nel Seicento con una figlia che è il mandante dell’omicidio del padre. Fatto realmente accaduto. “La musica sono dieci tracce – spiega il compositore – la metà con voci elaborate e integrate“. Quelle composizioni, tutte insieme, si chiamano “Suite della torre“ e prenderanno la forma di un Cd. Per chi dopo aver ascoltato l’opera di Pisati volesse cominciare ad approfondire con letture, è da poco uscito «Rumore Bianco – introduzione alla musica digitale», di Andrea Cremaschi e Francesco Giomi (Zanichelli, pagg 180).
In allegato: “ZoneMovie” con musiche di Maurizio Pisati