Dall’Ongaro, tra le “Convergenze” l’ombra di Schubert
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Interessante occasione per chi segue gli autori contemporanei. Un concerto che si terrà nell’Auditorium Parco della musica – presso il teatro Studio alle 20,30 – con in programma “Mise en Abyme”, lavoro firmato dal compositore Michele Dall’Ongaro; ci sarà poi tra le esecuzioni il “Pierrot Lunaire”, autentico manifesto dell’espressionismo musicale e una delle opere più imporanti del padre della dodecafonia, ovvero Arnold Schonberg. Sul palcoscenico del festival capitolino “Convergenze” l’Ensemble contemporanea dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia. Direttore Flavio Emilio Scogna.
“Al centro del brano Mise en Abyme, basato su una figura principale derivata da Schubert ma riconoscibile dall’originale e nascosta in mezzo a molteplici trasformazioni – spiega il compositore Dall’Ongaro, classe 1957 e allievo di Aldo Clementi – c’è l’offerta di un ventaglio di sviluppi diversi, di travestimenti che ne modificano la fisionomia e l’atteggiamento”. E ancora: “Si tratta di una figura restituita a una seconda vita, non più necessariamente lieta”.
Come al solito si dice: Dall’Ongaro non ha certo bisogno delle presentazioni. Ma giusto per ricordare, qualche riga, utile a chi non ricorda. Attualmente vicepresidente del Centro “Tempo reale” fondato da Luciano Berio e nel direttivo dell’Accademia Filarmonica Romana, nonché responsabile della programmazione musicale di Rai-Radio3, le sue opere sono state rappresentate in tutto il mondo: dal Messico alla Cina. Ha inoltre collaborato con personaggi quali lo stesso Luciano Berio, Gianni Rodari, Alessandro Baricco, Ennio Moricone e Claudio e Daniele Abbado.
In allegato: video di apertura dello spettacolo “Le grazie di Isabella” di Davide Daolmi, musiche di Michele Dall’Ongaro